Terni, droga e telefoni in carcere: tre indagati

Chiuse le indagini partite dal ritrovamento di un cellulare grande quanto il tappo di una penna e stupefacenti nascosti nel formaggio

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L’indagine era scattata nel settembre del 2018, quando gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Terni – coordinati dal comandante Fabio Gallo – durante le operazioni di controllo dei pacchi periodicamente recapitati ai detenuti, avevano trovato circa 120 grammi di hashish, un telefono cellulare grande quanto il tappo di una penna, quattro sim-card e tre micro Sd, in un plico spedito da Bari e destinato al 39enne M.N., recluso in quanto appartenente alla ‘Sacra corona unita’, clan Strisciuglio.

CELLULARI IN CARCERE, ALLARME A TERNI

Droga dentro il formaggio ‘scavato’

Per riuscire a superare i controlli dei ‘baschi azzurri’, il mini telefono era stato nascosto in una confezione di taglia capelli opportunamente modificata, la droga invece sminuzzata in nove dosi e infilata in dei pezzi di formaggio a pasta dura, accuratamente intagliati. Le indagini condotte dalla sezine di polizia giudiziaria della ‘penitenziaria’ e dal pm Marco Stramaglia, si sono concluse recentemente e vedono coinvolti, oltre ad M.N., anche un altro detenuto ristretto a Terni – il 32enne R.A. – ed un 29enne di origini pugliesi, P.G.T. le sue iniziali. Contestato il traffico di droga, aggravato dal contesto carcerario.

Il comandante Fabio Gallo

Le congratulazioni e l’analisi della situazione

Dal commissario Gallo giungono i complimenti al personale dell’istituto di vocabolo Sabbione che, «nonostante i considerevoli carichi di lavoro, riesce a dare sempre prova di efficacia ed efficienza nel contrastare tale fenomeno che rappresenta certamente un vulnus all’interno di tutti gli istituti penitenziari italiani. Oramai ci si trova spesso di fronte a situazioni di questo tipo nelle quali risulta impossibile abbassare i livelli minimi di attenzione. Tutto ciò deve portare a spronare ognuno di noi nel promuovere maggiori e più elevati standard di osservazione che permettano di fronteggiare non solo la tecnologia avanzata che progetta apparecchiature sempre più sofisticate e ridotte nelle dimensioni, come quelle dei telefoni cellulari, ma che consentano anche di sperimentare nuove e continue intuizioni che possano anticipare le mosse di occultamento delle sostanze stupefacenti».

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