Terni, la Cgil: «Accelerare su area di crisi complessa»

Il segretario generale, Attilio Romanelli: «Urgenti regole che definiscano un corretto rapporto tra impresa e lavoratori»

Condividi questo articolo su

di Attilio Romanelli

Segeretario generale della Cgil di Terni

Gli ultimi dati contenuti nel rapporto dell’Ires Cgil sull’economia umbra non lasciano spazio ad ulteriori dubbi e tergiversazioni, occorre un intervento immediato per rilanciare il lavoro e le produzioni nel nostro territorio, altrimenti si rischia di raggiungere un punto di non ritorno.

IL RAPPORTO IRES CGIL

Il rapporto dell’Ires riferito al terzo trimestre 2014 (quindi precedente alla vertenza Ast) mette in evidenza, infatti, una particolare sofferenza della provincia di Terni nel contesto regionale. La nostra provincia è in controtendenza per quanto riguarda i nuovi avviamenti al lavoro, registrando un -2,5% a fronte del +4,8% della provincia di Perugia. Un dato che risente soprattutto di un’ulteriore flessione nel settore delle costruzioni (-2,5%) e del terziario (-5,4%).

La Cgil, nel riconfermare il valore strategico del Piano del Lavoro nella crisi devastante del sistema ternano, ritiene necessario però porre alcuni paletti precisi.

Prima di tutto è necessario realizzare concretamente un sistema di alleanze tra istituzioni, impresa e rappresentanze sociali per avanzare la richiesta del riconoscimento di area di crisi complessa e di tutte quelle strumentazioni legislative utili a contrastare la crisi. Su questo punto la Cgil è impegnata da tempo, essendo stata per prima promotrice dell’iniziativa, e guarda con attenzione a quanto di nuovo emerso nella posizione di Confindustria Terni sull’utilità e la necessità di tale strumento.

Oltre a questo però ci sono altre condizioni fondamentali per il rilancio dell’economia del territorio: la crescita di processi formativi nel campo della cultura industriale, con un ruolo fondamentale dell’Università e degli istituti tecnici superiori; il rilancio di ricerca e innovazione, attraverso il recupero di esperienze consolidate su territorio (come Csm ed Isrim), in stretta relazione con gli asset industriali operanti su Terni; una rinnovata governance del sistema industriale, con specifico riferimento alle oltre 40 multinazionali operanti sul territorio; e infine, la costituzione di una cabina regia, formata da istituzioni, imprese e soggetti sociali, che selezioni gli orientamenti da seguire.

Naturalmente precondizione per creare un clima positivo utile a questo percorso é l’affermazione di regole che definiscano un corretto rapporto tra impresa e lavoratori, evitando che la riduzione dei salari e dei diritti divenga la via d’uscita che si vuole seguire per tentare di sconfiggere la crisi.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli