Terni, Oncoematologia: «Abbandono totale»

La denuncia della moglie di un paziente: «Non possono nemmeno avere la dignità di stare male». L’azienda: «Non c’è scarsa attenzione, stiamo lavorando ad una riorganizzazione»

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di Fra.Tor.

«Sono 7 anni che mio marito è sotto le cure del reparto di Oncoematologia dell’ospedale di Terni e purtroppo mi trovo costretta a dire che in quel reparto le cose non vanno bene per niente», a sfogarsi con umbriaOn è la signora Anna Maria, moglie di un uomo malato e che si trova costretta a passare molte ore in «un reparto di per sé già molto triste, che ogni giorno vede il passaggio di persone affette da una grave malattia, e che purtroppo, però, non possono nemmeno avere la dignità di stare male».

Oncoematologia La signora Anna Maria racconta che «parliamo di un reparto in cui d’inverno si muore di freddo e d’estate di caldo. Per raggiungere il reparto dobbiamo utilizzare un ascensore senza luce, con la speranza che non si blocchi da un momento all’altro». Oncoematologia dell’ospedale di Terni è raggiunta «da pazienti provenienti anche da fuori regione (da Lazio, Abruzzo e Toscana in particolare; ndr) e, inevitabilmente, quando vengono a fare una visita o una cura sono accompagnati da qualcuno, quindi potete immaginare quanta gente si ritrova tutta insieme nel corridoio. Bene, in tutto il reparto c’è solamente un bagno. Ma come è possibile? Tutto questo senza mascherine, copriabiti o copriscarpe».

Mancanza di attenzione Anna Maria ha, inoltre, potuto vedere «come si ritrovino in tante persone, tutte insieme nella stessa stanza, per fare la chemioterapia. Questo toglie la privacy ai malati che affrontano dei trattamenti non certo leggeri e delicati. C’è mancanza di attenzione, di delicatezza. Mio marito una volta si è sentito male, ha avuto un collasso, e per raggiungere il corpo centrale dell’ospedale, con la barella lo hanno fatto passare dal reparto di malattie infettive. Ma stiamo scherzando? Com’è possibile che due reparti così in contrasto fra loro siano così vicini, tanto che ci si ritrovi costretti ad attraversarli?».

La degenza Per non parlare, aggiunge poi la signora Anna Maria, «della degenza. Questa estate mio marito è stato ricoverato, ma sappiamo bene come le difese immunitarie delle persone gravemente malate siano estremamente basse. Bene, è stato messo in una stanza con altre persone, una di loro non si capiva ancora nemmeno se avesse una malattia contagiosa oppure no. Chi ha una malattia come quella di mio marito ha bisogno di essere ricoverato in una stanza a parte, dove possa avere le cure di cui ha bisogno in totale sicurezza. Perché questa poca attenzione verso un reparto e verso delle persone che vivono lì dentro i momenti più tristi della loro vita?».

I timori A dirla tutta il timore vero è che questo reparto – per il quale in passato erano state spese grandi promesse, addirittura «si era parlato di dotarlo di una struttura dedicata all’autotrapianto, pratica che può risultare decisiva per alcune terapie» – possa rischiare addirittura di essere fortemente ridimensionato se non, addirittura, smantellato: «Sì – commentano alcune persone in attesa – è una delle cose di cui abbiamo sentito parlare con sempre maggiore insistenza, visto che il paziente in cura in una struttura come questa rappresenta un ‘costo’ molto elevato. Ma si come parliamo di essere umani che soffrono, non vogliamo pensare che il metro di valutazione possa essere quello meramente economico».

Maurizio Dal Maso

La direzione aziendale Secondo la direzione aziendale dell’ospedale di Terni, contattata da umbriaOn, non c’è scarsa attenzione verso il reparto, dato che «lo scorso 17 gennaio la direzione si è confrontata a tal proposito con la delegazione dell’Aull, l’associazione umbra studio e terapia leucemie e linfomi». L’azienda, spiega il direttore generale Maurizio Dal Maso, «ha ben chiare le esigenze dei malati oncoematologici, come dei malati oncologici e di altri malati e cercherà di usare al meglio le risorse nell’interesse di tutti. Già nei primi mesi dell’anno abbiamo avviato i primi interventi riorganizzativi per liberare alcuni infermieri, che così potranno dedicarsi all’assistenza, e presto libereremo spazi a disposizione dei pazienti. Ma in particolare stiamo lavorando ad una riorganizzazione in una logica dipartimentale, peraltro già sollecitata alla responsabile, che coinvolge tutta l’area medica e chirurgica e che ci consentirà di dare risposte ancora più adeguate anche all’oncoematologia».

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