Trasporto disabili: scontro a tutto campo

Terni, l’assessore Cecconi spiega la riforma del servizio. Le associazioni di volontariato: «Siamo dubbiosi e preoccupati»

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«Nessun taglio, nessun aumento di costi a carico dell’utente. Semmai, anzi, una formula che consente alle persone con disabilità di poter beneficiare delle stesse prestazioni, raggiungere i centri semi-residenziali con la stessa frequenza e lo stesso calendario di sempre, scegliendo di volta in volta l’orario e il mezzo, attraverso l’utilizzo individuale di voucher: un modo per rendere più accessibile l’obiettivo di una vita indipendente per chi sconta handicap di varia natura». L’assessore al welfare del Comune di Terni Marco Cecconi spiega la riforma del servizio di trasporto disabili nei centri diurni a seguito della delibera di giunta del 12 marzo e ai due bandi per creare un elenco pubblico di soggetti qualificati per la realizzazione di attività di trasporto e per i beneficiari del servizio stesso.

La delibera e i bandi

Nella delibera viene indicato che sono 77 le persone con disabilità che nel territorio risultano necessitare di un servizio di trasporto per raggiungere i vari Centri semi-residenziali (Centri socio-riabilitativi-educativi); viene quantificato su base annua il massimo dei chilometri che il servizio deve coprire (km 163.190), considerata la somma degli accessi individuali a questa o quella struttura da parte dei 77 utenti, per tutti e 5 i giorni della settimana in cui i diversi Centri assicurano accoglienza a queste persone con disabilità; viene assunto come criterio di quantificazione economica dei costi il rimborso chilometrico medio previsto dall’Aci (che ammonta ad euro 0,70/km); viene parametrata l’entità della somma a carico del Comune per ciascun utente (come sempre avvenuto e come a tutt’oggi avviene) in base alla fascia Isee in cui si trova l’utente stesso: 100% l’onere a carico del Comune per gli utenti in una fascia Isee fino a 25 mila euro annui; un contributo del Comune pari al 60% del costo, per gli utenti che invece si trovino in una fascia Isee compresa tra i 25 mila e i 35 mila euro annui: differenziazione che corrisponde all’erogazione di buoni-acquisto per 130 euro mensili a persona nel primo caso e, nel secondo, di buoni-acquisto per 78 euro mensili a persona; viene stabilito che la nuova formula venga applicata a partire dal prossimo 15 maggio; viene quindi quantificato lo stanziamento totale a carico del Comune per il periodo compreso tra metà-maggio e la fine del dicembre 2019: stanziamento che per questi sette mesi e mezzo corrisponde ad euro 75.075, con una proiezione sui 12 mesi che ammonta dunque a circa 120 mila euro; vengono deliberati 2 diversi avvisi pubblici, destinati rispettivamente, il primo, a selezionare i ‘fornitori’ e, il secondo, ad individuare gli utenti: un primo ‘bando’ per “creare un elenco pubblico di soggetti qualificati per la realizzazione di attività di trasporto”, sulla base di precisi requisiti d’impresa e dell’effettiva capacità di garantire o meno un trasporto con accompagnatore, un trasporto singolo o multiplo, con mezzi attrezzati per persone in carrozzina o con problematiche motorie; un secondo ‘bando’ con il quale, invece, verranno personalmente individuati i soggetti che beneficeranno del servizio, ovvero coloro ai quali, sulla base di condizioni individuali, familiari ed economiche certificate, il Comune erogherà il ‘contributo a sostegno della mobilità’; viene infine stabilito che in prima battuta il coupon/voucher venga corrisposto anticipatamente a coloro che ne hanno diritto, mentre l’erogazione successiva è subordinata all’effettivo totale utilizzo del buono-acquisto già ricevuto, comprovato dai corrispondenti titoli di viaggio.

«Utenti tornano al centro delle politiche sociali»

«Coloro che sino ad oggi hanno beneficiato dell’intervento del Comune – spiega l’assessore Cecconi – potranno tranquillamente continuare a farlo senza riduzioni né ristrettezze: con la possibilità aggiuntiva, anzi, di avvalersi di questo o quel fornitore, con la frequenza e le opzioni di scelta preferite e concretamente rispondenti, giorno per giorno, alle esigenze dei singoli. Sono dunque gli utenti e non i gestori consolidati dei vari servizi, che tornano al centro delle politiche sociali di questa Amministrazione, la cui priorità non è certo quella di garantire vitalizi o rendite di posizione agli ‘intermediari’ della filiera delle politiche sociali, bensì quella di assicurare il meglio a chi ha bisogno di avvalersi dei servizi stessi. Una scelta, quella del Comune di Terni, che comunque trova corrispondenze nelle politiche adottate al riguardo da svariate amministrazioni in Italia, da Modena a Foligno: buone pratiche alle quali certamente la nostra Amministrazione si è ispirata, nell’adottare le scelte di oggi». Il sistema adottato sino ad oggi ha comportato a carico del Comune, per il triennio metà maggio 2015 – metà maggio 2018, «una spesa per il primo anno di euro 310.440 euro e, per i due successivi, di euro 270.444 all’anno, per una utenza sempre compresa tra i 74 e massimo 77 soggetti. La formula che adesso è stata adottata abbatte i costi a carico del Comune fino a farli scendere ad un massimo di 120 mila euro annui a parità di prestazioni e con il vantaggio di consentire l’esercizio della libera scelta individuale».

«Concorrenza garanzia di migliore qualità»

Ogni commento, per Cecconi, «ed ogni valutazione sul perché sia possibile garantire oggi agli stessi utenti tutti i servizi necessari con una cifra pari a molto meno della metà rispetto al passato, viene rimesso a chiunque volesse autonomamente approfondire questo aspetto: aspetto che noi comunque riteniamo niente affatto estraneo all’insieme di concause che ci hanno fatto ereditare dalle precedenti amministrazioni un Comune in dissesto, schiacciato sotto il peso dei propri debiti. Quello che però sicuramente ci preme evidenziare è che si può fare un ottimo welfare, ottimizzando i servizi a beneficio di una vita sempre più indipendenti delle persone con disabilità e, al tempo stesso, ottimizzando l’utilizzo delle risorse pubbliche. Gioverà precisare, a quest’ultimo riguardo, che l’assessorato alle politiche sociali attiverà tutte le misure necessarie affinché le economie ottenute grazie alla formula del voucher vengano per l’appunto reinvestite nel welfare che questa amministrazione intende estendere sempre più a vantaggio della nostra collettività, con particolare riferimento ad altri progetti di vita indipendente». Infine l’assessore Cecconi ha precisato che «nessuno ha messo a rischio i posti di lavoro di nessuno: giacché chiunque abbia gestito sino ad oggi il servizio in regime di appalto, potrà senz’altro richiedere di iscriversi all’albo dei fornitori che verrà selezionato e messo a disposizione dell’utenza. Nessuno, al tempo stesso, deve però considerare la concorrenza come un rischio: rappresentando secondo noi, al contrario, una garanzia di migliore qualità».

Le associazioni: «Siamo dubbiosi e preoccupati»

«Siamo dubbiosi e preoccupati», commentano le associazioni di volontariato Aladino e Angsa. «L’assessore doveva chiamarci prima per confrontarsi con noi e sentire i bisogno delle persone con disabilità. Avrebbe dovuto ascoltarci perché questo servizio è delicato, i ragazzi autistici ad esempio hanno dei veri e propri traumi se si ritrovano in un pulmino con altre persone, cosa che sicuramente accadrà perché chi fornirà il servizio cercherà di accorpare più persone e fare meno viaggi. Ma ormai non possiamo fare più niente, abbiamo chiesto all’assessore di ritirare la delibera ma non si può fare, si può solo rettificare con una determina. Ma non è così che si fa quando si trattano situazioni così delicate».

I consiglieri Simonetti, Gentiletti, Filipponi, Angeletti

«Persone con disabilità equiparate a prodotti ortofrutticoli con la giunta Latini che fa cassa sugli ultimi. Votando la delibera – dichiarano in una nota congiunta il capogruppo del Movimento 5 stelle Luca Simonetti, di Senso Civico Alessandro Gentiletti, del Pd Francesco Filipponi, di Terni Immagina Paolo Angeletti – il sindaco Latini grazie all’egregio lavoro dell’’assessore alle politiche sociali Marco Cecconi ha deciso che il costo del trasporto delle persone con disabilità deve essere equiparato al trasporto dei prodotti ortofrutticoli o di merci varie. Parliamo di 0.70 centesimi a chilometro, una cifra ripresa dal tariffario Aci che tiene conto del solo ammortamento dei costi base, come se non fosse necessaria, per garantire il diritto al trasporto e la sicurezza di molte persone con disabilità, la presenza sui mezzi di personale che sappia intervenire prontamente per rispondere ad ogni necessità di chi non è in grado di viaggiare autonomamente. È scandaloso che queste decisioni vengano calate dall’alto e si richieda il confronto con le associazioni che da anni si prodigano per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, solo quando è stato tutto votato e deciso, solo dopo che il bando è stato pubblicato sul sito del Comune». Per i consiglieri si tratta di «un gesto di arroganza senza precedenti, di cui il sindaco deve rispondere in prima persona. Qualcuno forse ha scambiato il sacrosanto diritto alla libertà di scelta delle persone con disabilità, con un sistema per fare cassa o promettere nuovi servizi che potevano essere finanziati tranquillamente con altre risorse, visto che i soldi per gli aumenti di sindaco, assessori e segretario generale sono miracolosamente saltati fuori senza problemi, con i costi della politica che sono schizzati a cifre record per il Comune di Terni. La giunta prima di mettere a rischio il diritto alla mobilità delle persone con disabilità, avrebbe potuto recarsi di persona a valutare come funziona il servizio e avrebbe potuto far partire un percorso di ascolto e partecipazione nell’opportuna commissione con i portatori dei diritti, almeno che non si pensi anche questa volta di avere a che fare con dei pericolosi bolscevichi, così come avvenuto per i centri giovanili ed i centri per anziani. Simonetti, Gentiletti, Filipponi, Angeletti chiedono al sindaco e alla maggioranza «di porre rimedio a questo scempio. Nelle prossime ore scriveremo al segretario generale e al prefetto perché nutriamo forti dubbi sulla procedura imbastita nel redigere la delibera di giunta che non prevederebbe alcun passaggio in commissione ed in consiglio comunale».

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