Turismo: «Stasi di presenze da 16 anni»

Banca d’Italia presenta il report ‘Destinazione Umbria’. Flussi ridotti dall’estero ma l’indice di gradimento resta positivo: «Grande potenziale ancora inespresso»

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di G.N.

«Il turismo in Umbria, negli anni 2000, è sostanzialmente fermo»: lo ha dichiarato mercoledì pomeriggio il direttore di Banca Italia – filiale di Perugia, Nicola Barbera che ha presentato il report su ‘Destinazione Umbria’, nella sede di Piazza Italia, a Perugia. L’evento fa seguito a una tavola rotonda che si è svolta al mattino, cui hanno partecipato i principali attori istituzionali, del mondo universitario, economico e commerciale della regione. «Se il turismo in Italia non tiene il passo rispetto ad altri paesi europei – ha detto Barbera – quello umbro non lo tiene rispetto al contesto nazionale».

Industrializzazione del turismo

Il direttore di Bankitalia ha riferito che dal convegno è emersa «la mancanza di una industrializzazione del turismo, a fronte di una gestione ancora artigianale del settore». Sul fronte dei trasporti, Trenitalia «al momento, non ha programmi di ampliamento per l’alta velocità in Umbria, ma per la rete ordinaria arriveranno a breve dodici treni nuovi che ridurranno i tempi».

I numeri nel dettaglio, arrivi e presenze

Tra il 2002 e il 2018, gli arrivi di turisti in Umbria sono cresciuti del 22,7%, a fronte di una sostanziale stabilità di presenze, come pure si è ridotta la permanenza media, inferiore di una unità al dato nazionale. Diminuisce anche la spesa pubblica per il turismo: nella media del periodo 2002-2016, la spesa annuale da parte degli enti pubblici è stata di 17,6 milioni di euro. Rispetto al 2009 si è ridotta di oltre un terzo.

Caratteristiche del turismo internazionale

Il turismo umbro si caratterizza per una ridotta quota di flussi dall’estero. Negli ultimi 15 anni gli arrivi di visitatori stranieri nel territorio regionale hanno rappresentato meno di un terzo del totale. Tra il 2002 e il 2018, in Italia la corrispondente quota è cresciuta di oltre 10 punti, arrivando a pesare circa la metà sui flussi complessivi. Anche l’aumento delle presenze di stranieri è stato molto meno intenso (9,4% contro il 47,3 a livello nazionale). Il turismo straniero in Umbria proviene per quasi due terzi dai paesi dell’Unione europea, in quota inferiore al contesto nazionale (-10 punti).

Indice di gradimento positivo

Si è ridotta la capacità della regione di attrarre turisti da due tra le principali aree di provenienza, Germania e Paesi Bassi. Una riduzione compensata solo in parte dall’incremento di visitatori polacchi, inglesi e francesi. Bene, invece, l’indice di gradimento del soggiorno in Umbria e la qualità offerta.

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