Umbria, ‘concorsopoli’: Esposito contrattacca

Ricorso al giudice del lavoro per la professoressa sospesa dall’ospedale di Perugia. Il legale: «I nuovi vertici pongano fine alla grave ingiustizia»

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«Un caso di scuola», in cui è «clamorosamente documentato un intento ritorsivo e punitivo» nei confronti della professoressa Susanna Esposito da parte dei vertici dell’azienda ospedaliera perugina: ad intervenire in merito a quanto sta emergendo dalle carte di ‘concorsopoli’ è l’avvocato Cesare Pozzoli, difensore del direttore della struttura complessa di pediatria del Santa Maria della Misericordia, nel dicembre scorso sospesa dal servizio da alcuni degli indagati, per essersi ‘ribellata’ – secondo gli inquirenti – al ‘sistema’ dei piani alti dell’ospedale. «È stato dunque integralmente confermato il quadro fattuale che era stato già prospettato», commenta il legale che è pronto ad andare al contrattacco per le vie giudiziarie, attraverso il giudice del lavoro, appellandosi allo stesso tempo ai nuovi vertici ospedalieri.

L’INCHIESTA SULLA SANITÀ IN UMBRIA

I dialoghi

«Pezzo di m… della Esposito…», «non ha capito che gli fò male, … gli ho promesso:… fai attenzione che io ti faccio male», «ma non possiamo dargli una bastonata di quelle forti che si fa male? … cominciamo a contestare … a contestare l’assenza dal servizio» sono alcune delle intercettazioni raccolte dagli investigatori ascoltando le conversazioni di alcuni dei dirigenti del nosocomio, pronunciate – secondo l’avvocato Pozzoli, del foro di Milano -«in veri e propri conciliaboli dei vertici aziendali ormai decapitati». Frasi che, sempre a detta del legale, «non possono più ripetersi nell’ambito di aziende pubbliche chiamate a curare i pazienti (qui addirittura bambini) nel rispetto dei lavoratori e dei più basilari principi di trasparenza, efficienza e imparzialità della pubblica amministrazione»

Le mosse

«Alla luce delle schiaccianti risultanze istruttorie, presenteremo nei prossimi giorni il ricorso di merito avanti il giudice del lavoro per far valere la natura ritorsiva delle sanzioni intimate alla professoressa Esposito – continua Pozzoli -. Un atto che si aggiungerà alla richiesta presentata formalmente lunedì, in via di autotutela e preso atto della situazione conclamata, che l’azienda ospedaliera di Perugia revochi la sanzione della sospensione disciplinare prima della naturale scadenza prevista per il prossimo 10 maggio. Confidiamo che i nuovi vertici appena nominati – conclude il difensore – vogliano porre fine alle gravi e ingiuste vessazioni inflitte alla dottoressa Esposito, rea soltanto di avere fatto il suo dovere e di avere denunziato comportamenti illegittimi». La professionista figura già come persona offesa nel contesto dell’inchiesta condotta dalla procura di Perugia.

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