Antenne a Miranda: Comitato all’attacco

Terni, stroncata l’ipotesi di un nuovo traliccio: «Pronti a denunciare». E intanto il consiglio comunale sul tema si preannuncia ‘caldo’

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A Miranda (Terni) la ‘guerra delle antenne’ è tutto fuorché finita e la denuncia presentata in questi giorni da Giovanni Barbanera, l’ingegnere protagonista della clamorosa protesta ‘a suon di catene’, non sarà probabilmente l’ultima. Questa volta è il comitato composto dai cittadini della zona, da tempo in prima linea contro i rischi legati all’inquinamento elettromagnetico, a preannunciare le vie legali contro l’ipotesi – che lo stesso comitato ritiene evidentemente reale e concreta – che nelle ultime settimane ha iniziato a girare insistentemente. Ovvero che Radio Subasio possa installare un’ulteriore antenna nella frazione ternana, già ‘piena zeppa’ di tralicci radio-tv e al centro di diatribe tanto politiche quanto giudiziarie e ambientali.

Denuncia all’orizzonte Il passo, sul piano legale, viene annunciato dal presidente del ‘Comitato Miranda’ – Felice Meschini – attraverso l’avvocato Valeria Passeri. Lo stesso comitato di cittadini, parte offesa individuata dalla procura, è pronto a costituirsi parte civile nel procedimento in corso di fronte al gup del tribunale di Terni e che vede indagate sei persone per abuso edilizio, abuso d’ufficio e getto pericoloso di cose. La prossima udienza è prevista per il 9 novembre.

Protesta incatenato a Miranda, inquinamento elettromagnetico e tumori - -1° agosto 2016 (13)

Miranda

La diffida Il 27 luglio 2015 fa il comitato, attraverso l’avvocato Passeri, aveva inviato un atto di significazione e diffida agli organi inquirenti ed agli enti amministrativi del territorio. A seguito di quel passo, il 29 dicembre dello stesso anno il consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo n. 556 (‘Impianti di radiodiffusione con particolare riferimento alla situazione del sito Miranda’) con cui viene accolta la richiesta – contenuta nella diffida – di non approvare la variante al Prg proposta dalla giunta comunale, che – secondo il comitato – «avrebbe artificiosamente comportato la trasformazione dell’area di Miranda da zona agricola e boscata, in zona per infrastrutture tecnologiche, legittimando così, definitivamente, le numerose infrastrutture ivi disseminate».

Gli impegni L’atto di indirizzo approvato dal’assemblea di palazzo Spada prevede «un sempre costante monitoraggio del campo elettromagnetico, mettendo anche in atto un sistema pianificato di informazione alla cittadinanza; di definire una strumentazione di sostegno ed investimenti nel bilancio 2016 per la delocalizzazione degli impianti a rete installati a Miranda-vetta; lo spostamento dei supporti attualmente installati nel bosco e nelle vicinanze delle abitazioni, il tutto verso il sito di Monte Sant’Angelo, area di proprietà del Comune e sito, anche questo, individuato nel Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione; di dare seguito ad incontri con i soggetti gestori per informarli delle decisioni assunte e degli incentivi ed investimenti per favorire la delocalizzazione degli impianti verso il sito di Monte Sant’Angelo; di effettuare verifiche periodiche, ogni 3 mesi,sullo stato di attuazione del percorso individuato relazionando alla commissione competente».

Giovanni Barbanera

Giovanni Barbanera

«Spostare le antenne» Il prossimo 19 settembre è previsto un consiglio comunale dedicato al tema, con la verifica di quanto attuato rispetto al documento votato poco più di un anno fa e la discussione su un ‘piano operativo’ per portare via le antenne da Miranda, con valutazione di un crono programma e dei relativi costi. E il comitato-Miranda sarà ovviamente presente: «Auspichiamo – afferma l’avvocato Valeria Passeri – che in quella seduta si dia definitiva attuazione all’atto di indirizzo approvato, procedendo alla delocalizzazione delle antenne che, con il passare degli anni, nel più profondo silenzio istituzionale, hanno finito per deturpare una delle aree paesaggisticamente più belle del territorio umbro. Tutelare l’ambiente – afferma il legale che rappresenta i cittadini – significa infatti tutelare anche la salute. Non vogliamo che per sollecitare l’interesse doveroso, da parte delle istituzioni, si rendano ancora necessari atti di forza e coraggio come quello messo a punto lo scorso agosto dall’ingegner Giovanni Barbanera, cittadino di Miranda, incatenatosi nonostante le sue precarie condizioni di salute».

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