Terni, preso un boss. Renzi: «Grazie Polizia»

Arrestato Pasquale Sibillo, tra i capi della camorra: il premier si congratula su Twitter con le forze dell’ordine

Condividi questo articolo su

Pasquale Sibillo, boss della camorra di Forcella, è stato arrestato a Terni dagli agenti del Servizio centrale operativo (Sco), della squadra di mobile di Napoli, con il supporto dei colleghi della ‘mobile’ ternana. Sibillo era ricercato per l’ordinanza di custodia cautelare emessa il 9 giugno scorso per tentato omicidio, associazione mafiosa, traffico di droga e estorsione. In seguito al suo arresto, a Terni sarebbero in corso diverse perquisizioni alla ricerca di eventuali complici o fiancheggiatori.

IL VIDEO DELL’ARRESTO

Alfredo Luzi e gli agenti

Alfredo Luzi e gli agenti

I dettagli A svelare alcuni dettagli dell’operazione è stato il capo della squadra Mobile ternana, Alfredo Luzi, che ha spiegato che Pasquale Sibillo si nascondeva in un’abitazione del centro di Terni, da alcuni familiari che vivono e lavorano a Terni, originari del napoletano. Il boss è stato fermato in auto in compagnia di uno di loro. ‘Lino’ ha fornito un nome e documenti falsi, ma gli agenti attraverso un’escamotage gli hanno sollevato una parte del maglione, verificando la presenza di un tatuaggio raffigurante le carte da gioco. E’ questo il dettaglio che ha sciolto gli ultimi dubbi sulla vera identità del soggetto.

IL RACCONTO DEL CAPO DELLA MOBILE, ALFREDO LUZI

Favoreggiamento A Terni, il camorrista arrestato, pare avesse anche dei parenti e probabilmente era in contatto anche con persone detenute nel carcere di vocabolo Sabbione. L’uomo che è stato fermato con lui, è stato denunciato per favoreggiamento.

LE FOTO DELL’ARRIVO IN QUESTURA

Il tweet di Renzi Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, con un tweet ha voluto ringraziare gli agenti per l’operazione: «Grazie alla polizia e agli inquirenti – scrive il premier – per l’arresto di Lino Sibillo. L’Italia non è il Paese degli impuniti #OrgoglioPaese».

IL VIDEO DIFFUSO DALLA POLIZIA

Terni pasquale sibillo camorraChi è Pasquale Sibillo – detto ‘Lino’, 24 anni – che si era allontanato dalla sua abitazione in via Santi Filippo e Giacomo per sfuggire all’arresto, è considerato il capo del clan dopo la morte del fratello, Emanuele, 20 anni, ucciso il 2 luglio scorso in via Oronzo Costa al termine di una serie di sparatorie per il controllo dello spaccio di stupefacenti contro il clan dei Buonerba. Sibillo è considerato uno dei principali esponenti della violenta faida in corso a Napoli che, nei mesi scorsi aveva fatto registrare agguati e tre omicidi fra Forcella e Maddalena, centro storico partenopeo, storicamente controllato dai clan Mazzarella e Giuliano.

Un’estate di sangue, quella napoletana, che ha fatto registrare diversi gravi fatti di cronaca: il 27 giugno l’esplosione di colpi di arma da fuoco contro l’abitazione di Gennaro Bonerba, legato alle famiglie Baldassarre-Del Prete; il 29 giugno il ferimento a colpi di pistola di tre minorenni vicini a Emanuele Sibillo; il 30 giugno di nuovo spari contro la casa di Gennaro Bonerba; il 2 luglio l’omicidio di Emanuele Sibillo, fratello di Pasquale; il 31 luglio l’omicidio di Salvatore D’Alpino, il ferimento di Sabatino Cardarelli e l’omicidio di Luigi Galletta; il 9 agosto il ferimento a colpi di arma da fuoco di Giuseppe Memoli.

La ricostruzione Le aree napoletane di Forcella e Maddalena, interessate dalla progressiva disarticolazione del clan Mazzarella, un tempo egemone nelle zone centrali della città, avrebbero sofferto un conseguente ‘vuoto di potere’, specie nel controllo dello spaccio di droga e delle estorsioni.

Killer spietato Il camorrista arrestato mercoledì a Terni, ritenuto uno dei killer più spietati degli ultimi anni, è diventato una figura carismatica negli ambienti della malavita organizzata, creando il cartello Amirante-Sibillo-Giuliano-Brunetti contro i Mazzarella. Oltre che per associazione a delinquere di stampo mafioso, aggressioni e scorribande armate, è indagato anche per aver imposto il pizzo ad una commerciante e di averle ordinato di lasciargli l’appartamento. Dalle indagini sono emerse molte estorsioni nelle zone di Forcella, della Maddalena e dei Tribunali, ai danni di commercianti e piccoli imprenditori e di parcheggiatori abusivi costretti a versare alcune centinaia di euro al mese. I Sibillo controllano le zone di San Biagio dei Librai, Largo Donna Regina e piazza Bellini.

‘Paranza dei bambini’ Stando ai racconti di molti pentiti il giovane boss era a capo di una cosca – la ‘paranza dei bambini’ – formata da giovani camorristi del quartiere di Forcella che sta tentando di ottenere il controllo del centro storico di Napoli, opponendosi anche al potente clan Mazzarella. A maggio scorso era stato bersaglio di un agguato nel quale però era riuscito ad anticipare l’azione dei sicari.

L’operazione Il giovane boss era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli, le indagini sono coordinate dai pubblici ministeri Henry John Woodcock e Francesco De Falco.

Una ‘soffiata’? ‘Lino’ Sibillo e il suo gruppo, stando a quanto si raccontava a Napoli nei mesi scorsi, era stato ‘segnato’ dalla concorrenza e si diceva che ci fosse parecchia gente pronta a vendere la sua testa al migliore offerente. Tanto che il giovane boss pare non si nascondesse non solo dalla polizia ma anche per paura di faide della camorra.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli