Terni, carcere violento: agente aggredito

Il sindacato Sappe denuncia: «L’agente di polizia penitenziaria è stato aggredito senza alcuna motivazione ed è attualmente al pronto soccorso dell’ospedale»

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«Nuovo atto di violenza all’interno della casa circondariale di Terni, dove un detenuto di 32 anni, appartenente alla mafia pugliese e in carcere per il reato di spaccio internazionale di droga, ha consumato l’ennesima violenta aggressione in danno di un poliziotto in servizio». A renderlo noto è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe).

In ospedale «L’agente di polizia penitenziaria è stato aggredito senza alcuna motivazione ed è attualmente al pronto soccorso dell’ospedale», riferisce il segretario regionale del Sappe umbro, Fabrizio Bonino mentre il segretario generale, Donato Capece attacca: «Le carceri sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’amministrazione penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati così come ribadiamo che per il Sappe è impensabile far convivere negli stessi ambienti carcerari adulti di venticinque anni con ragazzini di quindici».

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