Terni, case popolari: nuovi criteri in arrivo

La seconda commissione consiliare ha deciso: «Priorità a chi risiede a Terni da almeno 10 anni». Il plauso di Cecconi (FdI-An)

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Un atto di indirizzo, quello approvato dalla seconda commissione consiliare di palazzo Spada, che impegna sindaco e giunta a modificare il regolamento per l’assegnazione delle case popolari, dando massima importanza ad un requisito: la residenza stabile nel comune per almeno i dieci anni precedenti la data del bando.

La volontà che emerge dal voto dell’organo consiliare è di dare la priorità, nell’assegnazione della casa popolare, alle famiglie – italiane o straniere che siano – che vivono da tempo e stabilmente sul territorio. Un tema che si intreccia con quello delle ‘residenzialità facili’ sottolineato più volte, negativamente, dal giudice ternano Maurizio Santoloci nelle sue ordinanze.

Il commento La decisione – presa con sei voti favorevoli e un’astensione, quella di Angelica Trenta, con il solo consigliere Crescimbeni assente – viene accolta positivamente da uno dei membri dell’organismo, Marco Celestino Cecconi (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale), che in passato si era battuto a più riprese per una modifica sostanziale del regolamento.

«Direzione giusta» «A sette mesi dall’atto di indirizzo che ho presentato – afferma il consigliere -, in commissione è stato finalmente approvato un nuovo sistema di regole che va proprio nella direzione da me proposta. L’obiettivo resta quello di non penalizzare le famiglie residenti ‘da sempre’ nel nostro territorio a vantaggio dei nuovi arrivati, extracomunitari e non».

«Conquista di civiltà» Con le modifiche varate in commissione, l’assegnazione degli alloggi viene subordinata al criterio dell’anzianità di presenza: «A tale requisito dovrà corrispondere il massimo del punteggio – spiega Marco Cecconi -. Si tratta di una conquista di civiltà che rimuove il rischio di intollerabili sperequazioni a danno dei nostri concittadini e connazionali. Una conquista di cui rivendichiamo con orgoglio la paternità e il primato, rispetto alle altre forze politiche e ad altre città umbre, come Perugia».

Prudenza Già ‘scottato’ dalla vicenda-scuole, il consigliere preferisce comunque mantenere la massima prudenza: «Non daremo nulla per scontato – afferma – finché il voto della commissione non sarà stato ratificato in consiglio comunale. Dove, come è accaduto di recente per gli ‘asili’, potrebbe persino accadere che gli stessi commissari, colti a posteriori da improvvisi ‘mal di pancia’ e ideologiche preoccupazioni su chissà quali fughe in avanti rispetto ai soliti ordini di scuderia, si rimangino tutto».

Step successivi La procedura prevede ora due passaggi: il primo, un voto in aula che faccia proprio l’atto di indirizzo varato dalla commissione e il secondo, una modifica conseguente del regolamento comunale.

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