Terni, asili e scuole: «M5S complice del Pd»

Istituti pubblici e privati, Marco Cecconi (Fdi-An) spara a zero

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di Marco Cecconi
Consigliere comunale di Terni di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale

Con una vergognosa inversione a ‘U’ dell’ultim’ora, lunedì in consiglio comunale, il Pd – forte della stampella M5S – si è rimangiato tutto quello che era stato deciso all’unanimità in commissione, dopo ben quattro sedute dedicate all’argomento che hanno visto impegnati per mesi, ogni volta, dieci consiglieri: con tutto quello che ne consegue anche in termini di costi e di gettoni.

Tutti soldi dei ternani buttati via, dato che il documento al quale la commissione aveva lavorato è stato completamente riscritto in aula, con un emendamento presentato dagli stessi che in commissione avevano votato la versione originaria.

E così, la possibilità di ricorrere ad ogni mezzo per rispondere ai bisogni delle famiglie ternane e garantire a tutti i bambini il diritto ad essere accolti in una struttura per l’infanzia (nidi e scuole di infanzia) – comprese, nel caso di insufficienza delle strutture pubbliche rispetto alle domande, convenzioni con le strutture private – adesso va a farsi friggere. Tutto cancellato, tutto rimangiato.

A sollevare la questione era stato il sottoscritto, con un atto di indirizzo del primo dicembre scorso. Poi in commissione abbiamo approfondito ogni aspetto, anche grazie alle audizioni dell’assessore e dei tecnici comunali, fino ad arrivare ad una soluzione che sembrava essere condivisa da tutti. Cinque mesi di tempo perso.

Le ragioni del dietrofront? Un ‘contrordine compagni’ in pieno stile, arrivato di sicuro da quelle soliti fonti sindacali – fonti che il Pd sotto elezioni deve tenersi strette – che da sempre privilegiano le prerogative di pochi a danno degli interessi di tutti.

Il tutto condito dall’oscurantismo parolaio dei grillini, che adesso però dovranno piantarla di strepitare contro i costi della politica, dopo aver partecipato a tutte le inutili sedute della commissione, votando anche loro l’atto unitario che poi loro stessi hanno concorso a riscrivere.

Il risultato finale? L’atto di indirizzo che alla fine è stato approvato dalla strana coppia Pd-M5S impegna la giunta ‘a percorrere tutte le strade possibili per potenziare i servizi comunali dei nidi e delle scuole per l’infanzia’: ma va…? A ‘farsi carico del regolamento per le supplenze, per normare le assunzioni a tempo indeterminato’: perché, adesso, per le sostituzioni si scorre a casaccio l’elenco telefonico? Ad ‘assicurare condizioni di sicurezza’ nelle strutture comunali: che dunque, attualmente – a quanto scrive lo stesso partito di governo – sicure non sono. A ‘definire un codice deontologico e i requisiti necessari per le varie mansioni all’interno dei servizi educativi comunali’: mansioni che quindi – a quanto è dato di capire – attualmente vengono assegnate al primo che capita e che ciascuno può svolgere come gli pare.

Su ciascuna di queste ovvietà presenteremo un’interrogazione ad hoc. Soprattutto, ne presenteremo una perché tutti i ternani abbiano la conferma che un bambino in una struttura per l’infanzia comunale costa alle casse di palazzo Spada – e quindi a tutti noi – il doppio di quello che costa ad una struttura privata. Intanto, siamo al ridicolo.

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