Terni e veleni: non solo dagli inceneritori

Mentre a Terni si polemizza sugli incenertori, a Roma si torna a parlare di Massimo Cabiati: che nella ‘conca’ era amato e rispettato

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La settimana che si aprirà lunedì non sarà solo quella della ripartenza della città – presumibilmente lenta – dopo la pausa agostana. Perché in programma, dopo la conferma delle anticipazioni fatte da umbriaOn a Ferragosto, in Provincia ci sono le due conferenze dei servizi per gli impianti di trattamento dei rifiuti a Terni. E, come previsto, ci sarà bagarre.

Il volantino

Il volantino

Le conferenze dei servizi Martedì e venerdì, insomma, si discuterà di faccende importanti – le Autorizzazioni integrate ambientali (Aia) per gli impiant’ di trattamento rifiuti della ‘Aria’ e della ‘Terni Biomassa’. E il comitato ‘No inceneritori’ ha chiamato a raccolta tutti quelli che si oppongono: con un volantino infatti, si conferma la volontà di organizzare due presìdi sotto palazzo Bazzani.

I veleni Ma i veleni – a Terni, dintorni e non solo – non sono prodotti solo dai rifiuti, dalla loro raccolta e dall’incenerimento. La polemica – cavalcata anche per motivi politici – è alimentata anche dalle ‘informazioni’ relative ai possibili intrecci con la malavita, alimentate dalle dichiarazioni da ‘pentito’ di Salvatore Buzzi «che coinvolgono – aveva rilanciato il M5S – direttamente Terni in merito all’appalto della raccolta differenziata della Capitale».

Bambini in festa per il ‘Memorial Cabiati’

Bambini in festa per il ‘Memorial Cabiati’

Cabiati Un nome era stato inserito in quelle dichiarazioni: quello di Massimo Cabiati – personaggio molto conosciuto a Terni, tanto che il mondo dello sport lo ricorda ogni anno –  e che era stato chiamato in causa dallo stesso Buzzi, che lo aveva indicato come ‘collettore’ di tangenti. Solo che Massimo Cabiati non può più difendersi: è morto tre anni fa, a soli 48 anni.

I magistrati Interessante, al riguardo, l’affermazione fatta dal magistrato romano Michele Prestipino, che con il collega Paolo Ielo indaga su ‘Mafia capitale’, in risposta alle contestazioni fatte da Franco Panzironi, uno dei manager sotto inchiesta, che faceva notare come fosse strano che «una persona morta sia il filo conduttore delle accuse». Lui, Panzironi, ha messo a verbale che «da Cabiati non ho preso soldi, né prima né dopo l’appalto». Prestipino ha spiegato che «Buzzi è indagato. Quindi ha diritto al silenzio, ha diritto a mentire, ha diritto a fare la sua strategia processuale». Ma intato il veleno scorre.

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