Terni, pozzi inquinati: «Accertare le cause»

Chiusi cinque pozzi privati per la presenza di inquinanti. Per l’assessore Giacchetti è «un atto dovuto in attesa di ulteriori analisi»

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A Terni torna l’incubo dell’acqua inquinata. Le analisi effettuate da Arpa in alcuni pozzi privati hanno evidenziato la presenza di tetracloroetilene superiore ai limiti consentiti e quindi, a seguito di una nota della Usl Umbria 2 dalla quale risulta che l’acqua di quei pozzi è inquinata e quindi non utilizzabile per il consumo umano o animale, il sindaco Leopoldo Di Girolamo ne ha vietato l’utilizzo.

L’ordinanza Si tratta di 5 pozzi siti in via Carducci (22 nanogrammi per litro), via Lessini (11 nanogrammi per litro), via Belli (70 nanogrammi per litro), strada di Maratta Alta (11 nanogrammi per litro) e strada madonna del Monumento (77 nanogrammi per litro). Per i proprietari, la misura a tutela della salute pubblica, è valida fino alla revoca che interverrà solo in seguito alla modifica della concentrazione dei parametri inquinanti e su parere della Usl Umbria 2. Il sindaco ha incaricato l’Arpa di ripetere il campione di controllo da inviare alla Usl per eventuali ulteriori indicazioni sull’uso o per altri provvedimenti da adottare.

«Atto dovuto» Questo il commento dell’assessore comunale all’ambiente, Emilio Giacchetti: «Le ordinanze che sospendono le attività dei pozzi fino al ripristino delle condizioni e al rientro dei parametri nei limiti previsti dalla legge, sono un atto dovuto adottato a seguito delle analisi periodiche che Arpa e Usl, gli enti preposti al controllo svolgono ciclicamente e inviano all’amministrazione. La misura – afferma l’assessore – si ispira al principio precauzionale, approccio cautelativo ampiamente utilizzato da questa amministrazione. Abbiamo già incaricato Arpa e Usl di ripetere le analisi al fine di monitorare se e quando i pozzi potranno essere riaperti. Ribadiamo – conclude Emilio Giacchetti – quanto già emerso nel tavolo tecnico comunale in merito all’esigenza di un approfondimento settoriale di verifiche ispettive tese a dimostrare l’origini delle fonti inquinanti che generano la contaminazione diffusa delle falde ternane».

«Noi estranei» I pozzi oggetto dell’ordinanza del sindaco Di Girolamo sono, come riportato, privati. Un aspetto che il Servizio Idrico Integrato intende rimarcare, ribadendo la propria totale estraneità alla vicenda del divieto di consumo umano e animale dell’acqua: «I pozzi soggetti ad ordinanza comunale – spiegano dall’azienda – non sono collegati alla rete pubblica. La rete stessa, gestita dalla Sii, eroga acqua assolutamente pulita e sotto controllo. I pozzi erano stati autorizzati, a quanto ci risulta, a scopo irriguo e spetterà alle autorità competenti stabilire se essi siano stati utilizzati per altri scopi. L’impegno del Servizio Idrico per garantire un’acqua pulita e sicura è continuo. Prova ne è – conclude l’azienda – l’ultima operazione relativa all’installazione di due nuove batterie di filtri ai pozzi pubblici di San Martino che hanno eliminato il rischio derivante dalla presenza di inquinanti come il tetracloroetilene registrato in passato».

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