Terni, shock Briccialdi: «Offesi dal Comune»

Giuliana Galia, della Rsu: «La nuova convezione ci impedirebbe di lavorare». E il presidente Bisconti annuncia che potrebbe dimettersi

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di Fra.Tor.

Delusione, preoccupazione e tristezza. Questi i sentimenti che aleggiano nell’aria all’interno dell’istituto musicale Briccialdi di Terni dopo il via libera da parte del consiglio comunale alla nuova convenzione che, almeno per il momento, gli garantisce la sopravvivenza.

La convenzione «Il 19 dicembre in consiglio comunale sono stati proposti degli emendamenti, dal capogruppo del Pd Andrea Cavicchioli, che hanno modificato in maniera molto forte il testo concordato sulla convenzione che regola i rapporti con l’istituto Briccialdi», ha spiegato la professoressa Giuliana Galia, Rsu del Briccialdi. «Il più evidente cita: ‘Il Comune, adottando specifica deliberazione del consiglio comunale, su proposta della giunta, con preavviso di giorni 60 da comunicare all’istituto, può risolvere in ogni momento la convenzione senza necessità di motivazione e senza alcuna penalità o onere di qual si voglia natura’».

La preoccupazione La professoressa ha, poi, sottolineato: «Noi ci sentiamo offesi, preoccupati, tristi e arrabbiati. Siamo profondamente delusi da tutto questo. Cosa abbiamo fatto per meritarlo, non lo so. Questo riassume la considerazione che il consiglio comunale ha avuto per l’istituto e per tutti noi. Ci impedisce ogni tipo di lavoro, sotto ogni punto di vista. Il lavoro economico, perché è difficile prevedere o approvare un bilancio. Il lavoro sulla programmazione didattica e di tutte le produzioni che l’istituto ha sempre offerto alla cittadinanza. Il futuro per gli allievi. Queste sono le condizioni in cui il consiglio comunale ci porta a lavorare. Forse, perché la convenzione ancora deve essere firmata. E’ difficile firmare questo foglio così. E’ un esplosivo messo sotto la sedia del Briccialdi. Ci mettiamo nelle mani del consiglio di amministrazione dell’istituto che dovrà decidere se firmare o meno la convenzione».

Diritti calpestati Agli allievi dell’istituto è stato rivolto l’appello del direttore Maro Gatti «Questo pezzo di carta lede un vostro diritto inalienabile che non può essere messo in discussione. Alzate la voce, perché questo è un bene che viene messo in discussione e viene tolto a voi». Un appello «anche alle 15 mila persone che nel corso dell’anno hanno sottoscritto una vicinanza all’istituto. Mi rifiuto di vedere calpestato così un diritto».

Documento improcedibile Alla conferenza stampa indetta dalle Rsu, giovedì mattina, è intervenuto anche il presidente dell’istituto, Vincenzo Bisconti. «Ritengo che quello che è uscito da consiglio comunale sia un improprio giuridico e uno scempio amministrativo. Non ritengo che il Briccialdi debba essere oggetto di mercato, di consorteria di corrente politica. L’unico risultato ottenuto dagli emendamenti Cavicchioli, è stato quello di prevaricare il lavoro di mesi per rendere il documento improcedibile. Quel che mi rimane da fare è di cercare di trovare il modo per rendere procedibile l’intenzione originaria».

PARLA IL PRESIDENTE BISCONTI – IL VIDEO

Scarsa correttezza Il presidente ha spiegato di essere «rimasto al mio posto a fare il mio lavoro in questi ultimi mesi perché mi è stato chiesto dal sindaco Di Girolamo e dal presidente della fondazione Carit Carlini, persone che stimo fortemente. Devo prendere atto tuttavia che la specchiata correttezza con cui il sindaco ha lavorato insieme a noi in questi anni per riportare la gestione dell’istituto fuori dalla ‘palude’, viene oggi contraddetta dal voto in consiglio comunale. Devo, inoltre, prendere atto del fatto che nonostante l’impulso dato, oggi mi pare che il sindaco non riesca a tener testa a questi interessi che non trovano alcuna ragione per mantenere il valore di questa istituzione».

Dimissioni Nel frattempo «invocherò l’intervento della Magistratura, chiederò alla Corte dei Conti di vagliare tutta la documentazione e tutta la sostanza dei rapporti fra questo istituto e l’amministrazione comunale e di trovare il modo di rendere procedibile o eventualmente sanzionabile tutto ciò che sottoporrò al vaglio. Parallelamente avvierò anche una richiesta al tribunale amministrativo per il riconoscimento per via giudiziaria del diritto di questa istituzione di essere anche statalizzata». Bisconti ha poi concluso dichiarando che «dopo aver fatto tutto questo, mi dimetterò e ciascuno si assumerà le proprie responsabilità. Io in primo luogo».

 

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