Umbria, Regione e Cgil sempre ai ferri corti

Dura replica dell’assessore Fernanda Cecchini all’attacco del sindacato sul Programma di sviluppo rurale: «Si ha quasi la sensazione che lo scopra oggi»

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No, decisamente tra la Cgil dell’Umbria e la Regione non c’è feeling. L’assessore regionale alle politiche agricole, Fernanda Cecchini, risponde infatti in maniera decisa ai rilievi mossi lunedì dal sindacato: «Il programma di sviluppo rurale per l’Umbria da più parti è considerato tra i più efficaci ed innovativi. Dispiace dunque che una organizzazione sindacale importante come la Cgil non conosca gli obiettivi e (sembrerebbe) nemmeno i contenuti del Psr dell’Umbria».

La sortita L’attacco della Cgil, dice Cecchini, «dispiace e sorprende, visto che, così come le altre organizzazioni sindacali, fa parte del Comitato di sorveglianza del Piano di sviluppo rurale, di quell’organismo regionale insomma che ha il ruolo fondamentale di discutere ed approvare i criteri e gli obiettivi del Programma prima dell’invio a Bruxelles. Mal si comprende dunque il senso di questa presa di posizione. Si ha quasi la sensazione che la Cgil scopra oggi il Programma di sviluppo rurale».  Ma non solo.

Il Psr «Mi stupisce – rincara la dose l’assessore – che la Cgil metta in collegamento la perdita di occupazione in Umbria con il Programma di sviluppo rurale considerando che non solo il settore agricolo ed agrindustriale ha retto, ma che le risorse messe a disposizione dalla Comunità europea vanno proprio a favorire il mantenimento e la crescita di questo patrimonio occupazionale. Fare meglio comunque è sempre un obiettivo ed un ambizione che sta nell’agenda della giunta regionale e mi auguro che lo stesso obiettivo sia condiviso – è la stoccata finale – anche da un sindacato moderno e che sappia guardare al futuro».

 

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