Terni, viale Brin: 19 tigli da abbattere

Ordine al Pmal di procedere entro il 15 aprile: quasi il 50% di quelli presenti hanno propensione al cedimento estrema. Ne verranno reimpiantati 38

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L’iter è nato quando il colonnello Giuseppe Dei Bardi – direttore del Polo di mantenimento delle armi leggere – ha inviato la richiesta di potatura straordinaria lo scorso luglio. Poi lo studio del caso, la verifica redatta dal tecnico incaricato Gabriele Mocio e la scoperta: 19 dei 45 tigli che delimitano il parcheggio del Pmal in viale Brin sono di classe ‘D’. Vale a dire che hanno una propensione al cedimento estrema. La conseguenza è che il sindaco di Terni Leonardo Latini ha emesso un’ordinanza di abbattimento entro il 15 aprile, ma non solo.

Il colonnello Giuseppe Dei Bardi con Leonardo Latini e Davide Rossi

La motivazione

Nella relazione viene specificato che si tratta di «individui arborei dove la maggior parte delle branche costituenti il castello sono afflitte da seri problemi fitopatologici e statici; presentano ampie cavità, tessuti legnosi altamente degradati dall’azione di funghi agenti di carie e, in diversi casi, sono evidenti anche segni di cedimento imminenti. Nonostante un intervento di potatura eseguita con la tecnica del ‘pollarding’ (la cosiddetta potatura a ‘testa di salice’) consentirebbe di eliminare il carico scaturito dai molti e lunghi ricacci presenti, i tessuti legnosi costituenti la zona del castello di questi alberi sono così alterati e irrimediabilmente compromessi al punto da poter cedere semplicemente per effetto del proprio peso». La valutazione di stabilità è eseguita in conformità del protocollo adottato dalla Sia, la Società italiana di arboricoltura onlus.

Viale Brin

La scelta forzata e gli errori del passato

Quindi «l’abbattimento, purtroppo, risulta l’unico intervento razionale e di buon senso visto che l’asportazione su un albero di gran parte delle branche principali non rientrerebbe nelle buone pratiche arboricolturali e porterebbe ad avere solo un esemplare ancora più mutilato e di valore ornamentale ulteriormente ridotto». Nella relazione sono indicate anche le cause: «Le problematiche riscontrate sono frutto di scarsa qualità del sito di radicazione, errori nella fase di messa a dimora, tecniche di potature errate ed età avanzata dell’alberatura. Le capitozzature eseguite hanno ulteriormente indebolito i singoli soggetti arborei favorendo l’azione di funghi agenti di carie che, degradando il legno, hanno compromesso la consistenza di molti tessuti legnosi. Quasi tutti i tigli presentano branche principali caratterizzate da ampie cavità e da una porzione di legno residuo sano abbastanza esigua». Ulteriori 18 tigli sono stati archiviati in classe di propensione C/D.

Il reimpianto

Contestualmente al Pmal viene ordinato di piantumare 38 tigli in sostituzione di quelli da abbattere, con messa a dimora che dovrà avvenire nella prossima stagione utile ai reimpianti e comunque entro il 31 dicembre 2019. «La monetizzazione dovuta è pari ad euro 426,22 con calcolo effettuato sulla base dei prezzi desunti dal prezziario Assoverde 2015/2016, prendendo come base il modulo del progetto di riforestazione urbana così come approvato  con delibera di giunta comunale 78 del 26 settembre 2018». L’abbattimento avverrà nei prossimi giorni.

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