Repubblica Romana e marcia Garibaldi in Umbria: sabato evento a Carsulae

Terni – Alle 17 nella chiesa dei santi Cosma e Damiano presentazione del volume. Protagonisti Casciarri, Giardi, Cialfi, Paris e Zavoli

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«Repubblica Romana. Organizzazione ed eventi militari nelle Provincie dello Stato dal gennaio al luglio 1849 e marcia di Garibaldi attraverso l’Umbria fino a Cesenatico». Questo il titolo del volume che sarà presentato sabato 9 luglio – si inizia alle 17 – all’interno del parco archeologico di Carsulae, in particolar modo nella chiesa dei santi Cosma e Damiano: protagonisti nell’evento Silvia Casciarri (direttrice dell’area archeologica), Andrea Giardi (presidente della sezione ternana dell’Associazione mazziniana italiana), Domenico Cialfi (presidente del Centro studi storici Terni, ha curato la prefazione), Gianfranco Paris (presidente del comitato provinciale di Rieti per l’istituto per la storia del risorgimento itaiano) e il maestro Massimo Zavoli. Quest’ultimo, autore della copertina, presenterà la sua calcografia con tanto di dimostrazione di stampa con torchio calcografico portatile.

Tre opere in mostra. Il libro

Nella chiesa ci saranno tre opere in mostra: Garibaldi a Carsulae il 10 luglio 1849, sentinella garibaldina di Gerolamo Induno (entrambe incisioni di Zavoli)) ed incisione dell’arco di Carsulae (proprietà Giardi). «Una forma di Governo, quello instaurato nel territorio dello Stato Pontificio, che è stato giudicato dalla comunità internazionale, come l’esperienza più democratica, non solo per quei tempi. Molti furono – viene evidenziato nel lanciare l’evento – gli aspetti innovativi che si prefissarono di realizzare gli uomini chiamati a governare, a cominciare dalla concessione del suffragio universale per le elezioni dei deputati alla Costituente Romana, che vide, per la prima volta nella storia, una consistente partecipazione di popolo alle elezioni del 21 gennaio 1849. Il meticoloso lavoro di ricerca di Giardi, che affronta soprattutto gli eventi fondamentali dell’azione militare, politica e costituzionale dell’esperimento democratico repubblicano, si chiude con due cospicue appendici dedicate alle donne coinvolte nella lotta in difesa della Repubblica Romana, e dei canonici e prelati che a vario titolo si ritrovarono a difendere l’esperimento democratico romano, e che a causa di ciò sopportarono tutte le gravi e inevitabili conseguenze da parte di un potere rilegittimato dagli eserciti stranieri».

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