A Perugia spunta un geyser dalla strada

Video da Facebook: si rompe un tubo sotto il manto stradale in zona Cava la Breccia e provoca una spettacolare ‘fontana’. Riparazione in serata. E il presidente spiega sui social

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Sembra un geyser, uno degli spruzzi d’acqua che si vedono in Islanda. Però siamo a Perugia, precisamente in zona Cava La Breccia. E la causa del getto non è il calore del sottosuolo ma, più banalmente, la rottura di una tubatura nella rete idrica. Il guasto è stato riparato poco dopo dai tecnici di Umbra Acque.

Carini: «Scontiamo 15 anni di disinteresse» Il video è stato caricato su Facebook da un cittadino e sotto il post è intervenuto – come ultimamente sta facendo spesso – anche Gianluca Carini, presidente della società, che ha spiegato il motivo dei tanti guasti. «La rete è un “colabrodo” (questa definizione piace molto a giornalisti e critici) per una ragione specifica: negli ultimi 15 anni gli investimenti sulla rete sono stati clamorosamente insufficienti. Può far comodo additare Umbra Acque come unica responsabile di questa situazione – ha scritto Carini – ma la realtà è che non è Umbra Acque a decidere quanto, dove e come investire ma è l’autorità d’ambito (prima ATI ed ora dal 2017 Auri)».

SOSTITUZIONE TUBI: LE SPIEGAZIONI DI CARINI A UMBRIAON

Sostituzioni sono nell’ultimo biennio «Fino al 2016 – continua Carini – in questo piano erano previsti circa 10 milioni di investimenti e NULLA (lo scrive proprio così: in maiuscolo; ndr) era previsto al capitolo ‘sostituzione condotte’. I tubi venivano riparati e solo in casi estremi sostituiti. Nel 2016 l’Ati (presidente Romizi) ha approvato un piano (2016-2019) con un incremento degli investimenti del 50%, e per la prima volta è stato previsto un importo (2,5 milioni) dedicato specificamente alla sostituzione delle condotte. Era un primo passo ma comunque insufficiente. Il 27 luglio è stata approvata la revisione del piano e questa posta è passata a 5 milioni. Questo incremento permetterà di raggiungere un primo obiettivo: per la prima volta la percentuale delle perdite (attualmente al 52%) inizierà a diminuire».

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