Abusivi nell’opificio: tre cinesi denunciati

La polizia di Perugia ha trovato dei locali adibiti a dormitorio nel capannone di un’azienda tessile

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Al seguito di un esposto che segnalava la probabile presenza di alcune anomalie nel funzionamento del sistema di riscaldamento di una ditta tessile in Strada delle Fratte a Perugia, nell’ambito del piano disposto dal questore finalizzato al contrasto dell’immigrazione clandestina, la polizia con l’ausilio dei carabinieri, della polizia municipale, dei vigili del fuoco e del personale della Usl, ha effettuato approfonditi controlli.

Cittadini cinesi All’arrivo sul posto della polizia, il titolare della ditta – un cittadino cinese di 38 anni -, si è allontanato a bordo della propria vettura. Immediatamente fermato, ha spiegato agli agenti di doversi recare urgentemente a fare una commissione e che avrebbe fatto rientro a breve in azienda. Da quel momento l’uomo risulta irreperibile. Nell’opificio, però, gli agenti hanno rintracciato la moglie, anche lei cinese di 31 anni, intenta a dare disposizioni al personale impiegato.

L’ispezione Nel corso dell’ispezione dei locali, accanto alle aree destinate alle lavorazioni, gli agenti hanno scoperto 6 camere, ricavate all’interno di un soppalco, con 14 giacigli occupati, in quel momento, da 6 cittadini cinesi, 4 donne e 2 uomini. Nei locali al piano terra gli agenti hanno invece trovato un locale adibito a cucina, in pessime condizioni igieniche, e due bagni, dei quali uno privo di aerazione oltre ad un altro dormitorio, ricavato in un locale privo di aerazione e promiscuo ad uno spazio attiguo e comunicante adibito a magazzino. 

In questura Dovendo procedere all’identificazione dei cittadini stranieri e avendo la necessità dell’intervento di un interprete, gli agenti li hanno accompagnati in questura. Dagli approfondimenti effettuati è emerso che un cittadino cinese di 41 anni era gravato dall’ordine del questore di Macerata di lasciare il territorio nazionale ed è stato denunciato per non avervi ottemperato. A suo carico, inoltre, pendeva il provvedimento di espulsione del prefetto di Perugia che gli è stato notificato. Dalle altre verifiche effettuate dai carabinieri, invece, è emerso che tra tutte le persone presenti nel laboratorio, solo un cittadino cinese di 41 anni risultava regolarmente assunto.

Le denunce Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziavano come le persone trovate nel dormitorio di fatto vivessero all’interno dei locali dell’azienda, dove peraltro due di loro, una donna di 44 anni e una di 48, prestavano anche la propria opera svolgendo un orario medio di lavoro giornaliero di 10 ore. La 44enne è risultata inoltre richiedente asilo da meno di 60 giorni e per questo motivo non impiegabile in attività lavorativa dipendente. Alla luce di quanto emerso, il titolare e la moglie – anche lei con un ruolo attivo nella gestione della fabbrica -, sono stati denunciati a piede libero per concorso in impiego di cittadini stranieri irregolari, nonché per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il titolare dell’opificio, inoltre, è stato indagato per resistenza a pubblico ufficiale per essersi sottratto al controllo allontanandosi dall’azienda senza farvi ritorno.

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