Aggressioni agli uomini in divisa, all’ordine del giorno in tutta Italia. In realtà i problemi sono ancora più ampi e la manifestazione nazionale che si è tenuta mercoledì a Roma ha visto anche la presenza di una delegazione del Sap di Terni, guidata dal segretario Luca Paolucci, unitamente a rappresentanti del Sappe (polizia penitenziaria), Sim (carabinieri e guardia di finanza), Conapo (vigili del fuoco), Fsp e Les polizia. La media, sul territorio nazionale, è di un’aggressione ad un operatore di polizia ogni 3 ore, 8 al giorno quindi e 235 al mese. Numeri impressionanti che fanno il paio con le difficoltà enormi che le forze dell’ordine si trovano costrette a fronteggiare nel quotidiano.
Lo sfogo
Così Paolucci, segretario del Sap Terni: «Intanto il contesto è fatto di normative non adeguate, protocolli operativi inesistenti e strumenti del tutto assenti. Ciò comporta rischi veri sulla pelle di chi lavora, visto poi che il taser, utilizzato in 3/4 d’Europa, qui da noi dopo la sperimentazione iniziale, è finito in soffitta e non se ne sa più nulla. Secondo voi – chiede Paolucci – è giusto che un poliziotto che lavora ‘su strada’ e che magari interviene per un problema di sicurezza pubblica, come può essere per una persona ubriaca o drogata che disturba e crea problemi, rischi tutto sulla propria pelle? Che metta a repentaglio la propria incolumità, in assenza di qualsiasi strumento, per poi magari ritrovarsi ferito, denunciato, sanzionato? Magari quello stesso soggetto che creava problemi lo denuncia, e la magistratura deve mandare avanti l’iter come atto dovuto, per poi ritrovarsi – l’agente – a pagare spese legali e a consumare gli anni di fronte alla prospettiva di un processo che, nella stragrande maggioranza dei casi, lo assolverà. Allora, è evidente che questo sistema non regge più. Da mesi il Governo Conte ha promesso un incontro che non c’è mai stato e la manifestazione di oggi (mercoledì, ndR) è per rispondere a questa presa in giro. A Terni la situazione è per certi versi confortante, perché possiamo contare su una magistratura attenta e preparata e su forze di polizia presenti sul territorio. Il punto è che il lavoro è sempre più difficile: solo in questura non si contano quanti colleghi debbono ancora godere di ferie arretrate, anche del 2016, quanti straordinari fatti, quante ore di lavoro messe a disposizione solo perché c’è amore e passione. Ma sulla passione non si può, non si deve reggere un sistema che, nei nostri confronti, fa acqua da tutte le parti».