Alviano, ospite d’eccezione all’oasi

Si chiama ‘342’ la giovane spatola immigrata da Comacchio

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Un nome ‘vero’ non ce l’ha, ma ha ‘tutte le carte in regola’. E il 25 gennaio scorso, quando un fotografo – sarà un caso, ma poliziotto di professione – ha documentato la sua presenza nell’oasi di Alviano, la giovane spatola (Platalea leucorodia) inanellata ha provocato un piccolo tumulto.

La verifica I dati contenuti nell’anello sono stati immediatamente forniti all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dopo una breve indagine sono giunte tutte le informazioni del caso. ‘342’, questo il suo codice identificativo, figlia di una delle 80 coppie nidificanti in Italia è stata inanellata nel mese di maggio, ancora incapace di volare, nelle Valli di Comacchio.

Il viaggio Dopo 226 chilometri, percorsi per svernare un po’ più a sud, dove poter scandagliare con quell’improbabile becco, acque basse ed estese, non troppo stagnanti, che le hanno offerto una generosa accoglienza, ‘342’ ha trovato ad Alviano il posto giusto per fermarsi. Alimentando la ‘colonia’: negli ultimi anni la presenza di questo elegante uccello è sempre stata in aumento e attualmente nell’oasi se ne possono contare 37 esemplari.

L’habitat «È ambizioso – si chiede Alessio Capoccia, direttore dell’oasi di Alviano – sperare in una loro nidificazione? Forse, magari prematuro. Era ambizioso anche ipotizzare la nidificazione di qualsiasi ardeide, ma ormai l’oasi ospita una delle garzaie più grandi del Centro Italia, tra le più meridionali, con garzette, sgarze ciuffetto, nitticore, aironi guardabuoi e oltre cento coppie di airone cenerino. Di sicuro si dovrà continuare a cercare di mantenere un ambiente ricco di biodiversità, protetto e sano, utile per migliorare la vita dell’uomo, non soltanto quella degli uccelli». Di ‘342’ e non solo.

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