L’attacco del comitato ‘No inceneritori’ era stato decisamente forte: «L’inceneritore Aria, il biodigestore GreenAsm e l’altro, di Sao Acea, di biogas da discarica, non hanno mai fatto richiesta del procedimento di Autorizzazione unica prevista dal decreto 387 del 2003». E GreenAsm – «Joint Venture paritetica costituita da TerniEnergia e Asm Terni» – replica a stretto giro.
La precisazione L’impianto di biodigestione anaerobica e compostaggio di Nera Montoro, dice GreenAsm, «non è un inceneritore o un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, ma un impianto che implementa tecnologie biologiche innovative per favorire il recupero di materia ed energia (trasformare gli scarti organici in biogas combustibile e in un ammendante agricolo, il compost) in grado di risolvere il problema “rifiuti” con il minimo impatto ambientale e sanitario. Tale impostazione è considerata la più virtuosa da tutte le associazioni ambientaliste e dai promotori delle strategie cosiddette ‘Rifiuti Zero’. Stupisce, dunque, che l’impianto di Nera Montoro, che rientra pienamente nelle best pratices di green e circular economy, sia stato associato in maniera del tutto inconferente ad altre modalità di smaltimento».
La procedura Aia GreenAsm, poi, prosegue spiegando che «benché gestisca un impianto di potenza inferiore alle soglie individuate nella tabella A allegata al decreto legislativo 387 ‘Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità’, ha assoggettato il proprio impianto alla procedura Aia (ambientalmente più cautelativa e completa), rispetto alla più snella e semplificata autorizzazione unica rilasciata dalla regione o dalle province delegate. All’esito della Conferenza di servizi, alla quale hanno partecipato tutte le amministrazioni interessate, il progetto è stato autorizzato con procedura Aia (Autorizzazione integrata ambientale) coordinata con Via e cioè con un iter procedimentale e valutativo che risponde in tutto e per tutto a quanto disposto dall’articolo 12 del citato decreto, analizzando tutti gli aspetti ambientali e obbligando il gestore alla esecuzione di un piano di monitoraggio e controllo per tutta la durata dell’esercizio. La correttezza di tale procedimento amministrativo è stata già valutata positivamente dal Gse».
Il riciclo Da parte di GreenAsm, quindi, «si ritengono del tutto infondati i rilievi mossi nel comunicato in oggetto e si evidenzia come l’impianto contribuisca a migliorare il saldo ambientale ed energetico del ciclo dei rifiuti sul territorio, riducendo la quantità di scarti destinati in discarica, riciclando ingenti quantità di materia e contribuendo in maniera significativa alla produzione di energia pulita e rinnovabile, riducendo il ricorso a combustibili fossili tradizionali».