Area di crisi Terni-Narni: «Manca il confronto»

Confartigianato Terni e Cna Umbria scrivono alla decima commissione industria, commercio, turismo del Senato: «Diminuire la collegialità non è un buon segnale»

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«Non è un buon segnale la scelta fatta dalla decima commissione industria, commercio, turismo del Senato che nella recente riunione nelle sede della prefettura di Terni sull’Area di crisi complessa ha deciso di audire solo alcune associazioni di categoria di propria scelta», è la denuncia di Confartigianato Terni e Cna Umbria. «La modalità scelta rinnega immotivatamente l’ormai consolidata prassi della massima collegialità, che è stata sempre ricercata sia a livello istituzionale, che a livello dei soggetti esponenziali. La collegialità in questioni così essenziali per lo sviluppo economico del territorio non è mai rituale, ma anzi garantisce pluralità delle opinioni, aderenza alla realtà economica e scongiura rischi di passerelle politiche con eventuale scarsità di contenuti concreti».

Confartigianato Terni e Cna Umbria

La verifica dei risultati degli incentivi e le valutazioni conseguenti utili per l’aggiornamento dell’accordo di programma, «che è alla base degli interventi dell’Area di crisi complessa Terni-Narni, infatti non sono questioni che possono essere trattate tralasciando o riducendo il livello delle piccole e medie imprese soprattutto artigianali, che oltre a essere essenziali per lo sviluppo, hanno impatti occupazionali primari anche nel nostro territorio. Confartigianato Terni e Cna Umbria sono associazioni che in piena coerenza con il proprio tradizionale ruolo di stimolo e di supporto agli associati hanno risposto positivamente alla diffusione e promozione dei programmi di incentivo e sono attualmente impegnate nel supporto operativo agli investimenti e rendicontazioni, e quindi l’impostazione seguita nelle audizioni appare ancor più incomprensibile e controproducente per la rappresentazione di un quadro appropriato della realtà territoriale». Confartigianato Terni e Cna Umbria hanno comunque «voluto apportare, nonostante l’impostazione scarsamente partecipativa dei lavori, un contributo operativo inviando in data 24 giugno alcune note alla commissione del Senato, esprimendo contestualmente il disappunto per il mancato confronto».

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