Arpa, retribuzione risultato dirigenti: via libera, poi la revoca

Terni – Curioso passaggio in casa dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale

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di S.F.

Approvare un atto per la retribuzione di risultato dei dirigenti e, due settimane dopo, revocarlo perché c’è intenzione «di coinvolgere in questa strategia
tutti i dipendenti, promuovendo un ruolo centrale proattivo dei dirigenti anche attraverso il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali a qualsiasi livello». Il curioso episodio riguarda Arpa Umbria e le firme sono del direttore generale Luca Proietti.

Il via libera del 25 ottobre

Cosa è successo? Proietti il 25 ottobre ha firmato una determinazione dove è stato disposto che la retribuzione di risultato dei singoli dirigenti «non può in ogni caso avere un importo superiore del 30% rispetto al valore medio pro-capite delle risorse destinate alla retribuzione di risultato di tutti i dirigenti in servizio presso Arpa Umbria» con criteri applicati dalla liquidazione 2022 e rinvio alla contrattazione integrativa per definire misure percentuali sopra il 30%. Tutto cio è rimasto per poco più di due settimane.

Il passo indietro

Si arriva alla giornata odierna ed ecco la novità. Viene specificato che l’obiettivo della determinazione del 25 ottobre aveva «l’obiettivo di impostare la retribuzione di risultato per i dirigenti che conseguano le valutazioni più elevate» e che «la strategia di Arpa Umbria è quella di fissare obiettivi maggiormente sfidanti, anche alla luce della nuova emergenza relativa al rincaro dei combustibili e delle materie prime». In sostanza il dg mette nero su bianco che c’è bisogno del coinvolgimento dei sindacati. Risultato: revoca dell’atto di fine ottobre e rinvio delle decisioni sulla retribuzione di risultato «ad appositi tavoli di confronto sindacale».

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