Asl2, volontari 118 sul piede di guerra

L’accusa: «Per calcoli di convenienza ci ritroviamo traditi nelle nostre legittime aspettative»

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Sono un numero considerevole – circa 150, tra Terni e Foligno – e, recriminano, «operando nel territorio dell’Azienda Usl 2, non abbiamo prospettive, a differenza di chi svolge lo stesso servizio per la USL Umbria 1 con regolari contratti di lavoro o come dipendenti di cooperative in convenzione».

Volontari Loro, infatti, sono i volontari che prestano il proprio servizio come volontari per il servizio 118. La loro è una storia fatta di passione e sacrificio. Ma anche, e soprattutto, di servizio alla collettività: «Noi volontari – dicono – un mix di disoccupati e pensionati, che da anni – da dieci o da quindici – che operiarno in questo difrcile e impegnativo compito, acquisendo alta professionalità in cambio di piccoli rimborsi (non per tutti). Perché non abbiamo mai preteso altro? Semplice: su tali rimborsi e sulla nostra volontarietà molti di noi, in mancanza di altro, hanno investito le proprie speranze e il proprio futuro». Ma adesso ne hanno abbastanza.

«Traditi» Oggi, accusano i volontari, «per calcoli di convenienza di alcune associazioni, per pastoie burocratiche, per strategie politiche, per nuove promesse e nuovi serbatoi elettorali, ci ritroviamo traditi nelle nostre legittime aspettative dopo anni di sacrifici e dedizione».

La denuncia Ma vanno anche oltre, denunciando «la situazione attuale: mezzi di emergenza non a norma di legge, parte del personale non idoneamente formato e non all’altezza del servizio svolto, autisti privi di certificazione medica, di corsi di guida e con scarsa conoscenza del territorio, condizione igienica dei mezzi fatiscente, difficoltà nel reperire personale nei giorni festivi».

Le domande Dove finiscono, si chiedono i volontari, «i soldi erogati dalla Usl Umbria 2 per questo servizio?», ma anche: «Cosa succederebbe se un gruppo di volontari decidesse all’improvviso di non dare più il proprio contributo?». E ancora: «Come mai in altre parti d’Italia e della nostra Umbria questo servizio è affidato a personale dipendente?». Perché, chiedono ancora, «in questo periodo di crisi e con un tasso elevato di disoccupazione si continua ancora (con il benestare dei politici umbri) a puntare sul volontariato? Chiediamo che qualcuno prenda in considerazione questa nostra situazione, in modo da non creare nuovi drammi, nuove tragedie familiari. Non siamo più disposti ad essere trattati con superficialità, non permettiamo più di calpestare la nostra dignità di persone, di papà o mamme, che non hanno altro su cui basare un minimo di sicurezza economica».

Il bando E, tanto per spiegarsi meglio, c’è anche spazio per un’altra domanda: «Perché la delibera del direttore generale della Usl Umbria 2 (la 1104 del 12 dicembre 2014, nella quale si fa riferimento ad un Bando di concorso) non ha avuto un seguito?». E, ora, attendono le risposte.

 

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