Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, ha ufficialmente formalizzato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino. Il documento è stato inviato al Capo di Gabinetto di palazzo Spada, Aldo Bernocco, che lo ha protocollato alle ore 12.36 di venerdì 9 febbraio e lo ha quindi inviato alla prefettura di Terni. Parte così il termine dei 20 giorni entro il quale il sindaco potrà revocare la decisione o confermarla.
La nota del Comune
«Questa mattina – è la nota diffusa dal Comune di Terni – Stefano Bandecchi ha protocollato la lettera indirizzata al consiglio comunale con la quale comunica le sue dimissioni dalla carica di sindaco di Terni. Il comma 3 dell’articolo 53 del Tuel prevede che ‘le dimissioni presentate dal sindaco o dal presidente della provincia diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario’. Il Gabinetto del sindaco ha provveduto ad informare la prefettura delle dimissioni pervenute».
Di seguito l’intervista a Stefano Bandecchi (fonte Ansa Umbria).
«Se lunedì sarò in consiglio comunale a Terni? Certo, mi pagano (ride). Anche se il consiglio di Terni è una gran perdita di tempo, specie ad ascoltare le polemiche delle opposizioni. Forse verrò per votare e mi limiterò a quello». Dimissioni formalizzate e protocollate alle 12.36 di venerdì, ma un passo indietro è possibile? «Se dobbiamo fare un partito-fotocopia delle schifezze viste negli ultimi trent’anni in Italia, meglio mollare. Una volta Silvio Berlusconi, parlando con lui, mi disse che si rammaricava di non aver ‘tagliato la testa al serpente’ le prime volte che aveva capito che le cose in Forza Italia non funzionavano. Era dispiaciuto di aver perso appeal per colpa di alcune persone che gli stavano intorno. Vogliamo fare un partito che sia concorrenziale con gli altri? Bene, su 8 ore al giorno, quanto tempo vogliamo dedicare alle guerre interne? Io direi 2 minuti, non 5 ore. Quando un partito diventa un ritrovo di gente che punta solo a tenersi stretta la sua sedia, si capisce perché l’Italia sia passata da essere la quarta potenza industriale mondiale, a quasi nulla. Ora ci troviamo di fronte anche una proposta di legge per fare un premierato ‘forte’ scritta con i piedi che neanche un farmacista l’avrebbe elaborata così. Addirittura c’è qualcuno che pensa che diventerà il nuovo piccolo duce: quando ci sarà la gara per il ruolo di piccolo duce, parteciperò pure io».
Ma Bandecchi il decisionista, avrebbe potuto impiegare molto meno nel cacciare qualcuno dal suo partito per ripristinare l’ordine, piuttosto che dare il là ad un cataclisma di queste dimensioni. «Ma non sarebbe stato lo stesso epurare. Io voglio educare le persone. Chi si è separato tre-quattro volte, di solito si trova a fare i conti sempre con gli stessi difetti. Io cerco persone a cui far capire la mia linea, senza sostituirle. Guardi il sistema maggioritario dove destra e sinistra si alternano, con parentesi di governi tecnici, e ciascuno distrugge le cose fatte dal governo precedente perché troppe sono le differenze fra gli schieramenti. Questa guerra di potere politico ha fatto scivolare l’Italia in basso sotto tutti i punti di vista. Quindi non sostituire ma educare, perché ho visto che a Terni, dentro Alternativa Popolare, ci sono persone uguali a quelle presenti in altri partiti che non stimo. Se i miei si ‘illuminassero di immenso’, beh a quel punto forse potrei ripensarci. Questa è una politica di servizio basata su principi sani, punto».
Poi la parentesi internazionale: «Sa perché sarei contento se vincesse Trump? Perché ci costringerebbe a creare davvero l’Europa. Al parlamento europeo ci sono 75 rappresentanti dell’Italia sui 700 eletti, siamo il terzo gruppo. Sentiamo sempre dire che ‘subiamo l’Europa’ ed è vero: gli altri gruppi nazionali, prima si riuniscono fra di loro, dettano la linea nazionale nell’interesse del proprio Paese, poi vanno in parlamento. Noi no, ognuno va per conto suo e siamo deboli. A me piace fare gruppo e stare in un club è meglio che non starci. Per questo continuerò ad ‘educare’ i miei allievi».
Chiusura sui ternani: «Mi spiace che vivano questo momento ma è necessario, i momenti brutti sono fondamentali per raggiungere un’evoluzione vera e nei momenti brutti spesso si fanno le cose migliori. Io non posso fare meno di ciò che ho promesso, per questo basta la Meloni».
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