Benedetta Salvati: «Si torni a parlare dei problemi di Terni. C’è silenzio su Ast»

Si espone l’ex vicesindaco e assessore ai lavori pubblici/ambiente

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Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dell’ex vicesindaco e assessore ai lavori pubblici/ambiente
di Benedetta Salvati

Vorrei affidare a questo breve scritto le mie riflessioni sulla situazione attuale di Terni. Ritengo da sempre che il compito e lo scopo di chi ricopre incarichi istituzionali cittadini, sia esso sindaco, assessore o consigliere comunale di una città, sia quello di favorire e tutelare il bene comune. Osservando da spettatrice interessata, mi sembra invece surreale essere arrivati a concentrare tante energie su temi che forse nemmeno interessano i nostri concittadini.

Nelle ultime settimane Terni e la sua massima istituzione cittadina, il consiglio comunale, sono assurte alle cronache nazionali per le intemperanze del sindaco. Tuttavia su questa vicenda, dopo aver ascoltato e letto le opinioni più svariate, non mi sembra opportuno né costruttivo continuare ad alimentare la polemica.
In questo mio intervento voglio invece stimolare un dibattito serio e costruttivo sul presente di Terni e sulle prospettive future della nostra città; un contributo che faccia emergere una visione concreta e sostenibile Terni, affrontando temi che possano dare la giusta visione di quello che la città di San Valentino potrà essere nel prossimo futuro.

Contrapposizioni feroci, infatti, hanno forse distolto l’attenzione di tutti dai temi veri di questa nostra città. Oggi, da cittadina ternana e da ex assessore, mi accorgo di come non si parli più dell’Accordo di Programma tra Ast e i vari ministeri, un tema caduto nel silenzio più assoluto. Questo argomento, la permanenza e lo sviluppo del comparto siderurgico ternano, rimane una delle questioni su cui tutte le forze politiche, destra, centro e sinistra, dovrebbero concentrare le migliori energie, per far sì che un gruppo industriale come quello di Arvedi venga, una volta per tutte, messo nelle condizioni di investire 800 milioni, e dico 800 milioni, per rilanciare una produzione in grado di essere più competitiva sul mercato nazionale ed estero e all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Per questo non credo affatto che il problema dei costi dell’energia, soprattutto per una industria energivora come Ast, possa essere affrontato con disquisizioni legate alla sola questione dei canoni relativi alle concessioni per le grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico presenti sul nostro territorio. La sostenibilità economica legata ai costi energetici per l’industria ternana è ‘il problema’, ma mettendo troppe cose nello stesso calderone ed avanzare esagerate richieste innalza il rischio di non ottenere nulla.

Quello che serve è un moto di ‘orgoglio’ generale da parte delle istituzioni, a partire dalla Regione, volto a fare in modo che venga riconosciuto il reale ruolo strategico che questa industria ha per questa Nazione e per l’Europa tutta, con provvedimenti concreti che, oltre i proclami di circostanza, possano garantita la giusta concorrenza ad Arvedi rispetto ai suoi competitor mondiali. L’altro argomento di cui non sento più parlare, e me ne dolgo, è quello legato allo sviluppo della filiera dell’idrogeno.

Il progetto Hydra, pensato e sviluppato dal Comune di Terni, voleva accendere i riflettori su quella che poteva essere un’ulteriore leva di sviluppo per questa città.
Il suo utilizzo, partendo dai mezzi del trasporto pubblico locale, come è avvenuto per altre realtà sia italiane che estere, rappresentava l’elemento di concretezza che consentisse poi di andare ad irrobustire una filiera ad esso collegata: un ulteriore motore di sviluppo per il territorio. L’idea di fare di Terni una hydrogen valley non può cadere nel dimenticatoio.

Questa idea nuova per la nostra città, visionaria per certi aspetti, caratterizzerebbe Terni per la sua proiezione verso il futuro. Ma le grandi idee devono essere portate avanti da chi amministra la città, con forza e giusta determinazione, entrambe necessarie, quando si vuole essere protagonisti di sfide epocali come quella della transizione energetica ed ambientale. Terni si è sempre contraddistinta per scelte innovative e molte volte coraggiose che nel corso degli anni però, hanno fatto si che l’intera città si sviluppasse proprio sulle quelle scelte fatte.

A Terni si può dire che siano nate l’industria siderurgica e quella chimica, fattori che hanno determinato lo sviluppo sociale, economico e urbanistico del nostro territorio ma anche di quello nazionale e regionale. La speranza che mi rimane è che si mettano da parte questioni poco significative a mio avviso e che si torni a parlare di temi cruciali della città. Per questo non posso arrendermi, da ternana, ad assistere all’appiattimento della discussione politica su come si può prendere la parola in consiglio comunale, su chi abbia il bicipite più forte o chi vinca la gara di braccio di ferro. Terni merita molto di più!

Si torni a parlare dei problemi veri della nostra bella città, lo si faccia con senso di responsabilità. Lo si faccia per noi, per i nostri figli, ritrovando le radici vere della nostra identità e tirando fuori quell’orgoglio e quella determinazioni che sono proprie della gente di questo territorio.

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