Terni, tariffe Taric 2024: c’è il rinvio, niente approvazione. «Rischiamo»

Confusione e niente pareri in III commissione, poi nel pomeriggio la sorpresa. Bandecchi ottiene il rinvio: «Ulteriore analisi che passa da un rischio». Stop aumento per ora

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di S.F.

La missiva Asm di domenica

Poteva essere tranquilla una discussione sull’approvazione delle tariffe Taric? Chiaro che no ed infatti lunedì mattina – in origine si doveva iniziare alle 8.15, il confronto scatterà mezz’ora dopo – in III commissione nemmeno si è giunti alla votazione dei due atti all’ordine del giorno. Motivo? Un cambiamento in extremis di alcuni dati per un errore di sistema sui conferimenti minimi dell’indifferenziato. Protagonisti a palazzo Spada l’amministratrice delegata di Asm Tiziana Buonfiglio e il direttore generale di Auri Giuseppe Rossi, chiamati a gestire una situazione non proprio quieta. Poi nel pomeriggio la sorpresa che, oggettivamente, è alquanto inaspettata. C’è il rinvio del punto su richiesta del sindaco. Di mezzo il termine ultimo per l’adozione dei Pef, in origine fissato al 30 aprile. Con Anci che ha chiesto di differirlo al 30 giugno 2024. E così sarà.

L’INCREMENTO DELLE TARIFFE A TERNI NEL 2024: LA RIPARTIZIONE

L’allegato variato ed i conferimenti

Famiglie e utenze

Cosa è successo? C’è stata un’immediata riunione mattutina che ha fatto slittare l’avvio della III commissione alle 8.45. Del tema ce ne siamo occupati a più riprese negli ultimi giorni – i dettagli con le tariffe sono nei link sopra – e il dato base è il Pef 2024 con un +2,39%. Da qui si è sviluppato il dibattito a partire dalle parole dell’assessore Michela Bordoni: «Abbiamo lavorato con Asm e Auri per capire l’impatto in aumento su Terni e gli utenti. Due aspetti: il non caricare sulle famiglie per farle rimanere invariate e l’incremento della quota variabile sulle non domestiche. L’obiettivo è di poter essere virtuosi insieme ad Asm, c’è collaborazione sulla verifica dei costi. Inoltre ci muoviamo sull’evasione per non far ricadere il peso su coloro che invece pagano. Ci rendiamo conto – ha concluso – che in tutta Italia l’argomento è ostico. I Comuni hanno avuto aumenti sproporzionati». Molto tecnico l’intervento di Rossi che, tecnicamente, ha provato a spiegare ai consiglieri come funziona il metodo tariffario ed i vari step propedeutici per arrivare al Pef: «Il problema di quest’anno è il valore dell’incidenza dell’Istat, l’indicizzazione automatica dei costi è al 14,7%». In generale il dirigente Auri ha puntualizzato che «tutti hanno sottostimato i costi, in alcune aree dell’Umbria anche del 15-20%. Il riequilibrio è necessario nel corso del tempo e questo è un sistema che mette a nudo i costi reali del servizio». Per il sub ambito 4 la questione originaria è chiara: «La base d’asta per la gara fu troppo bassa». In aula anche il dirigente all’ambiente Paolo Grigioni, il collega dell’ufficio unico delle entrate comunali Claudio Carbone e la responsabile unica del procedimento, la dottoressa Giulia Scosta.

TARI/TARIC: OLTRE 70 SINDACI ALZANO LA VOCE. «SOLO ESATTORI, NON VA BENE»

Paoletti e Buonfiglio

«Come si diminuisce?». L’enigma

Interessanti alcuni spunti di Rossi: «I sindaci ci chiedono come facciamo a diminuire le tariffe? I divorzi – l’esempio pratico – aumentano perché ci sono più matrimoni. La causa principale sono gli aumenti dei costi, l’unico modo è diminuire quelli. Ma la spesa per il personale vale il 60%, voi capite cosa significherebbe abbattere questa voce? Facciamo i subappalti? Lavoriamo al ribasso sulle retribuzioni? Non so se gli amici della Uil piacerebbe questa cosa», l’input lanciato. Come a dire che non se ne esce granché: «Cosa andiamo a diminuire altrimenti? Il meccanismo Auri cerca di ottemperare le esigenze dei gestori e il dover tenere basse le tariffe. E non c’è correlazione tra Pef e tariffe, quest’ultime possono essere articolate anche con il recupero dell’evasione e ulteriori questioni». Poi ci ha pensato la Buonfiglio ad entrare in azione, per l’occasione accompagnata dal tecnico Asm Fabio Paoletti. A presiedere Claudio Batini, presidente della III commissione.

AURI E GLI AUMENTI DEI PEF 2024-2025

La commissione

La pazienza e l’algoritmo flop

La numero uno di Asm ha dato il là al discorso con una battuta: «Io sono il paziente cui viene misurata la temperatura corporea», in riferimento alla discreta pressione cui viene sottoposta sul tema. «Il Comune di Terni propone in sostanza un incremento sul Pef del 2,39%, inferiore al tasso di inflazione. Il gestore è top per la raccolta differenziata e siamo quasi all’80% di raccolta: la tariffa è la più bassa dell’Umbria ed i costi esposti nel Pef sono esattamente quelli sostenuti per la parte di gestione. La distribuzione di quel +2,39% tra le trenta categorie è frutto di una scelta non totalmente discrezionale. L’input del Comune è di mitigare il più possibile sulle utenze domestiche, il contenimento tariffario è possibile anche grazie al recupero dagli evasori parziali o totali per circa 700 mila euro». Bene, si arriva alla novità delle ultime ore: «Il ritardo di stamattina è colpa nostra perché c’è stato un ulteriore controllo anche a fronte di sollecitazioni dell’assessore per contenere i conguagli per la quota variabile. Un algoritmo non ha funzionato ed il numero dei conferimenti minimi riconosciuti e già pagati sono risultati sovrastimati del 3%. Ora l’errore è corretto, il numero dei conferimenti è diminuito e così scende anche la quota». In soldoni? Il costo totale del piano 2024 scende da 24 milioni e 18 mila euro a 23 milioni 638 mila euro. Con tanto di emendamento presentato dai consiglieri di AP e lunga sospensione per venirne a capo. Intanto in aula acque agitate.

Rossi

La contesa politica

Si riprende e gli animi sono tutt’altro che calmi – c’è pure un bisticcio a distanza tra la Bordoni e il consigliere Francesco Filipponi -, si va per le lunghe: «Non è consueto che un gruppo politico vada ad emendare tecnicamente una delibera», le parole del capogruppo PD. «Ci è stata comunicata una variazione di documenti, prendiamo atto e chiediamo che si valuti», la risposta del capogruppo AP Guido Verdecchia. Chi va al punto è Valdimiro Orsini (TMS): «Grazie a Rossi per la delucidazione, ha riconosciuto che se il Pef sale solo del 2,39% è merito del lavoro degli anni precedenti. Ma il numero degli svuotamenti minimi per l’indifferenziato scende per tutti, prima erano 26 per un nucleo con una persona e ora è 18. Ora c’è la nuova proposta di emendamento che fa diminuire ulteriormente questa cifra. I cittadini devono saperlo perché allo stesso tempo tutto ciò non porta ad una diminuzione della parte fissa della tariffa. Non va bene». In tutto ciò alle 10 c’è il consiglio comunale, nessuno chiede di votare per l’allungamento della seduta ed il risultato è che si vota solo l’emendamento AP, ma non i due atti (tariffe Taric e adeguamento del regolamento comunale sullo stesso tema). Si va avanti per altri dieci minuti perché Verdecchia chiede ulteriori delucidazioni alla Buonfiglio: «Si tratta di una mera correzione di errore materiale. Nei documenti che avevate il nucleo con una persona aveva 18 conferimenti minimi, ora sono 17,4. Solo questione di algoritmo. Non cambia il servizio, gli operatori ritirano. La riduzione? Coerente con il regolamento e con le richieste fatte dagli utenti, sono educati alla raccolta differenziata». E di conseguenza si abbatte la quota base, mentre quella aggiuntiva va a carico degli utenti che superano il numero dei conferimenti minimi (2 euro ciascuno). Nel contempo arrivano tutti gli altri consiglieri, il sindaco Stefano Bandecchi e il vice Riccardo Corridore. C’è chi è perplesso per la mancata votazione sugli atti. Poi spazio alla bagarre sulla mozione di sfiducia delle opposizioni per la presidente dell’assise Sara Francescangeli.

Catalani, Scosta e Bandecchi a confronto

Bandecchi: «Orsini ha ragione». Spunta ‘Subito’

Nel primo pomeriggio il confronto è ripartito in consiglio e il sindaco – che nel contempo ha chiesto delucidazioni più volte alla responsabile del procedimento – ha appoggiato parte degli input arrivati dai consiglieri: «Orsini ha ragione», il riferimento al problema conferimenti minimi evidenziato. «Ma i calcoli sono fatti sugli anni 2021 e 2022 e una legge dello Stato ci dà degli obblighi. Queste cose andrebbero dette al governo centrale, noi ci siamo limitati a fare un’analisi e abbiamo il rincaro più basso possibile. La differenziazione possiamo farla tra utenza privata e impresa, ci sono cittadini che non arrivano più alla fine del mese e quindi la scelta di carattere politico è questa. Gli imprenditori faranno una sforzo, sperando in futuro di poter abbassare la tariffa a tutti. Ripeto, la mondezza deve diventare una risorsa e noi cercheremo di sperimentare. Ora abbiamo deciso su cose già stabilite. Nei prossimi mesi ci saranno incontri con chi ha già brevettato attrezzature per la raccolta rifiuti che, da ‘sole’, fanno la differenziata. Le persone potrebbe ritrovarsi a guadagnare denaro per avere fatto bene: nascerà una commissione comunale per analizzare questo aspetto e stravolgere questa mentalità del cittadino che paga per avere lo smaltimento dei rifiuti». Il sindaco ha parlato di un brevetto chiamato ‘Subito’. Pressing anche Josè Kenny (IPT) e ancora Filipponi: «Conferimenti? Andiamo dai 26 a 17.4 e non c’è riduzione di tariffa», l’attacco del primo. Nel contempo curiosa scena: Paoletti – in aula insieme al soggetto responsabile della tariffa per Asm, Alessandro Catalani – siede sui banchi della giunta ed è costretto a lasciare il posto dopo che Orsini lo fa notare. «Pensavo fosse l’assessore Iapadre, non me ne ero accorta», la curiosa replica della Francescangeli.

Catalani

Entra in scena Catalani

Filipponi dal canto suo ha puntualizzato – sempre in merito all’emendamento – che con la vostra «proposta la variazione tariffaria è tutta a carico delle utenze domestiche». A questo punto è entrato in scena Catalani: «Per gli svuotamenti ci riferiamo ai mastelli dell’indifferenziato, il servizio resta lo stesso. Fondamentale comprenderlo. In questo modo disincentiviamo chi non bada a questa accortezza, altrimenti viene penalizzato chi è rispettoso. La ripartizione tra utenze domestiche e non? Invariato». Confronto infinito. «Parlare della Taric come una sconfitta per la città? Penso possa essere addebitato ad un percorso e non all’ultimo passo». Orsini dal canto suo non ha mollato: «L’incentivazione per la raccolta differenziata si fa premiando chi la fa. Non così». Bandecchi nel contempo chiede ulteriori delucidazioni. «Quel numero (conferimenti minimi) è un indice per il calcolo, non quante volte passa l’operatore. In termini reali la tariffa di Terni è scesa perché in percentuale è più bassa dell’inflazione». Orlando Masselli (FdI) ha puntato su altro: «Quante riduzioni tariffarie avete messo in più rispetto a quelle esistenti? Nessuna».

Orsini

Il sindaco cambia le carte in tavola: «Rinvio». Il debito

Un Bandecchi più tranquillo rispetto al mattino. Poco dopo le 15 arriva la decisione dopo aver tecnici e consiglieRI: «C’è un debito Asm di 2,5 milioni di euro da recuperare, il problema parte da lontano e c’è un po’ di confusione. Sempre detto che dobbiamo rimettere i bidoni in strada, la raccolta deve essere una risorsa. Abbiamo due giorni per votare – il riferimento è alla scadenza attuale del 30 aprile per approvare le tariffe, c’è possibilità che il governo faccia slittare il termine a fine giugno – qualcosa di nuovo. Alcune delle cose ascoltate sono riflessioni intelligenti: nessuno di noi è cretino e qualcosa di non lineare c’è». Dunque? «Necessario un ulteriore approfondimento che passa da un rischio, una piccola sperimentazione (riferendosi al cambio di sistema di raccolta) ci costa 1,5 milioni di euro. Vorrei non discutere questo emendamento (in realtà l’atto vero e proprio). Se arriva la modifica del governo avremo due mesi per ragionare. Altrimenti resteranno le vecchie tariffe, ce ne assumiamo la responsabilità», l’idea lanciata. «La situazione è eccezionale e diversa, i 2,5 milioni non potranno essere recuperati quest’anno. Ci stiamo arrampicando su specchi scivolosi», il riferimento al tentativo di spiegazione di Catalani. Arriverà il via libera con 22 voti favorevoli (maggioranza, Pd e Orsini). Colpo di scena e consiglio finito.

Corridore e Filipponi

«Sbagliata la diminuzione del numero dei conferimenti»

Nel tardo pomeriggio c’è la presa di posizione formale del capogruppo PD, Filipponi: «Abbiamo votato favorevolmente – scrive anche a nome di Kenny, Maria Grazia Proietti e Pierluigi Spinelli – al rinvio proposto dal sindaco, a margine della discussione sulla delibera per le tariffe Taric, in attesa che il legislatore nazionale decida sulla proposta di individuare nel 30 giugno la nuova scadenza per la fissazione delle tariffe. Ciò a differenza del centrodestra, che ha inteso non partecopare al voto. La riteniamo la scelta migliore, per la quale abbiamo lavorato, fin dalla commissione che ha preceduto la seduta di consiglio comunale. A prescindere dall’ulteriore aumento del 2,39%, riteniamo profondamente sbagliata la diminuzione del numero dei conferimenti consentiti di indifferenziato, a tariffa invariata, anzi aumentata seppure in misura inferiore rispetto all’indice di inflazione. La diminuzione del numero di svuotamenti di indifferenziato, rappresenta soprattutto per i condomini, tra le utenze domestiche un ulteriore aumento occulto. Condividiamo anche l’appello dei nostri sindaci di centrosinistra, che denunciano l’impossibilità di intervenire sulle tariffe. A Terni purtroppo il principio di chi più differenzia, meno paga, non si è mai sostanziato in atti concreti. Siamo disponibili fin da subito a confrontarci in consiglio comunale, ma anche con gli uffici, con Asm e con Auri, su tutte le soluzioni possibili per incentivare i cittadini, nei tempi giusti – non come nella giornata odierna – quando si sarebbe voluto chiudere la discussione in poche ore».

Le tariffe 2024 per le utenze domestiche

Le tariffe originarie per le utenze non domestiche

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