Emendamenti al disegno di legge sulle grandi derivazioni idroelettriche in Umbria approvati e quasi 3,7 milioni di euro ogni anno per i territori coinvolti. Ad esultare è il consigliere regionale della Lega Daniele Carissimi, il primo firmatario.
La novità: 35%
«A seguito del nostro intervento, una volta che la legge sarà approvata definitivamente, la Regione Umbria – spiega Carissimi – ricaverà dal canone di concessione circa il 50% in più di quanto ricava attualmente da tali canoni e le città di Terni, Narni, Cerreto di Spoleto, Baschi e Alviano riceveranno quasi 3.7 milioni ogni anno grazie all’intervento del nostro contributo che ha modificato il criterio di calcolo e la misura del canone riservato alle città sede degli impianti di grande derivazione. Verrà garantito, infatti, un maggior introito che andrà direttamente ai Comuni sede di impianti che ora riceveranno il 35% delle entrate relative alla componente fissa dei canoni previsti in bilancio. In termini assoluti, si tratta di 2.1 milioni di euro ogni anno in più rispetto a quelli attualmente incassati». Rispetto al passato – aggiunge l’esponente del Carroccio – queste risorse «diventeranno strutturali, stabili e non sottoposti alla discrezionalità della legge di bilancio e potranno essere investite dai Comuni in progetti di sviluppo e valorizzazione del territorio. Rispetto alla norma vigente, gli stanziamenti passeranno indicativamente da 260 mila a 600 mila euro per l’assetto del territorio e l’edilizia abitativa, da 260 mila a 600 mila euro per la viabilità e le infrastrutture stradali, da 800 mila a 1 milione 850 mila euro per le politiche giovanili, lo sport e il tempo libero e da 280 mila a 647 mila per il turismo. Di queste provvidenze godranno non solo i Comuni sede di grandi impianti ma anche quelli dei territori interessati da grandi derivazioni idroelettriche sempre grazie ad un emendamento firmato da tutta la seconda commissione. E non solo dagli esponenti della minoranza, che si sono intestati il merito nonostante il primo firmatario fosse invece il presidente della seconda commissione, il leghista Valerio Mancini. Se non ci fosse stata la volontà di tutta la seconda commissione, mai sarebbe stato approvato. I vantaggi non finiscono qui. Abbiamo infatti previsto che ulteriori 500mila euro annui, pari al 5% degli introiti relativi alla componente fissa dei canoni, sia destinata al finanziamento delle spese relative alle attività di predisposizione e di gestione del piano di tutela delle acque, finalizzato alla rinaturazione e al ripristino ambientale dei corpi idrici regionali. Il 2% di queste risorse saranno destinate in via esclusiva alle attività dei Comuni territorialmente interessati dalle grandi derivazione in modo da salvaguardare i corsi d’acqua e il 3% agli altri Comuni della regione. Come non bastasse, grazie al nostro emendamento a decorrere dal 2023 i concessionari di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico sono obbligati a fornire gratuitamente e annualmente alla Regione energia elettrica in ragione di 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, da destinare nella misura di almeno il 50% ai servizi pubblici e alle categorie di utenti residenti nei territori interessati dalla derivazione (oppure l’equivalente monetizzato, in tutto o in parte, sulla base del prezzo zonale orario medio effettivamente riconosciuto all’impianto). La Regione, in alternativa alla cessione di energia, potrà preferire la sua monetizzazione, anche integrale, a favore delle medesime categorie di utenti e per i servizi pubblici previsti, nella misura di almeno il 50% del totale. Attendiamo adesso – conclude – l’approvazione definitiva della legge per confermare il grande impegno della Lega per i territori e per dare valore alla ricchezza della risorsa idrica in Umbria».