Carcere di Perugia, presidio degli agenti

Stato agitazione proclamato da Osapp, Uil Pp, Cisl Fns, Sinappe, Cgil Fp che enunciano «la grave carenza e la cattiva gestione del personale»

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Da lunedì mattina i sindacati Osapp, Uil Pp, Cisl Fns, Sinappe, Cgil Fp danno vita ad un presidio permanente all’ingresso della casa circondariale di Perugia. «Il personale della polizia penitenziaria è in stato di  agitazione – spiegano i sindacati e le motivazioni che hanno costretto i poliziotti a mettere in campo questa protesta sono la grave carenza e la cattiva gestione del personale, l’obbligo allo straordinario e la mancata retribuzione dello stesso, la tipologia di detenuti che vengono assegnati all’istituto di Perugia. 

Rossella Caschetti, Fabio D’imperio, Giuseppe Proietti e Roberto Filippi dell’Osapp

Il personale La pianta organica, spiegano i sindacati «prevede 297 unità di polizia, 269 dei quali assegnati alla casa circondariale di  Perugia, ma realmente presenti ce ne sono 217. Quindi parliamo di 28 unità carenti dalla pianta organica e, malgrado una carenza così marcata di personale di polizia, altre 52 unità sono distaccate per la maggior parte in uffici superiori.
Quindi, se la matematica è una scienza, gestire una struttura delle dimenzioni della casa circondariale di Perugia con quasi un terzo del personale in meno del previsto diventa davvero arduo e se a questo aggiungiamo la gestione faziosa del personale da parte della direzione, privileggiando gli uffici piuttosto che i reparti detentivi naturalmente diventa insostenibile per i poliziotti che operano in prima linea».

Turni massacranti La carenza di personale, spiega Giovanni Cesareo, delegato provinciale del sindacato Osapp, «obbliga di conseguenza i poliziotti a prolungare il turno di servizio arrivando addirittura a coprire un doppio turno: fino a 16 ore continuative, coprendo anche un doppio posto di servizio. Come ricompensa a tanta abnegazione cosa riceve il personale di polizia penitenziaria? Il taglio dello straordinario e ci vergognamo noi solo nel comunicarlo».

La politica Tutto questo, spiegano i sindacati, «da quando la regione Umbria è passata sotto il comando della regione Toscana: non solo c’è stata l’imposizione di uno sviluppo dei servizi che ha portato una gran confusione, ma è anche responsabile del mancato pagamento degli starordinari e soprattutto dell’arrivo di tutti quei detenuti ingestibili dai vari istituti della Toscana, compresi detenuti provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziari in chiusura e assegnati nei vari istituti umbri, Perugia compresa naturalmente».

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