Cascata delle Marmore «Chiosco fuori norma»

Terni, l’Arpa segnala irregolarità nello scarico delle acque reflue e il sindaco ordina di mettere tutto a posto nel chiosco finito anche nelle intercettazioni per ‘Operazione Spada’

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A far presente la cosa è stata l’Arpa, che il 23 gennaio ha redatto un verbale a carico della legale rappresentante della società che gestisce il chiosco-bar che sta in piazzale Byron, alla Cascata delle Marmore. E la Regione lo ha subito fatto sapere al Comune di Terni.

La Cascata delle Marmore, il chiosco è a sinistra

Lo scarico L’Arpa ha rilevato la «mancata esibizione dell’autorizzazione allo scarico di acque reflue assimilate alle domestiche (rubinetto/lavello e lavastoviglie), provenienti dal bar» e la Regione ha comunicato che «la ditta è tenuta ad eliminare immediatamente l’irregolarità riscontrata, procedendo alla chiusura dello scarico o raccogliendo le acque reflue in apposito contenitore impermeabile e smaltimento presso ditta autorizzata alla gestione di tali rifiuti e che successivamente deve regolarizzare la posizione autorizzativa tramite procedura AUA e, conseguentemente, realizzare il sistema di scarico autorizzato».

La Cascata delle Marmore

Il Comune La Regione dell’Umbria ha pure comunicato che «il Comune di Terni è tenuto ad adottare ogni conseguente provvedimento e ad inviare loro una comunicazione» e l’Arpa, su richiesta dello stesso Comune, «ha trasmesso l’esito degli accertamenti effettuati riguardanti lo scarico». Così il Comune ha «valutato che quanto accertato non consente di rimandare l’attivazione delle misure di salvaguardia a tutela dell’igiene pubblica, anche di carattere straordinario e temporaneo e dato atto che le misure necessarie debbono essere prontamente attivate al fine di evitare fenomeni potenzialmente lesivi per la salute e l’igiene pubblica».

La Cascata delle Marmore

«Chiudere» Insomma: il sindaco Di Girolamo ha ordinato alla società che gestisce il chiosco-bar alla Cascata delle Marmore di «procedere alla messa in atto di ogni accorgimento tecnico atto all’interruzione degli scarichi e ad attuare un sistema di raccolta delle acque reflue con relativo smaltimento tramite ditta autorizzata alla gestione dei rifiuti, fino all’ottenimento della documentazione autorizzatoria e alla conseguente realizzazione del sistema di scarico autorizzato; avviare immediatamente una ricognizione all’interno sistema di scarico; immediate operazioni di bonifica e sanificazione delle aree interessate dagli eventuali sversamenti dei liquami».

La minaccia I titolari, dice l’ordinanza del sindaco, «dovranno inviare una relazione tecnica a firma di un tecnico abilitato circa gli interventi attuati e le misure adottate per l’interruzione degli scarichi, la raccolta e smaltimento dei liquami come rifiuto tramite ditta specializzata. Le misure urgenti ed indifferibili dovranno essere attuate fino all’esecuzione degli interventi idonei a garantire la regolare funzionalità dell’impianto, previo ottenimento di tutte le autorizzazioni previste per legge, comprese quelle relative alla tutela dei corpi recettori. L’inottemperanza a quanto disposto comporta l’attivazione delle procedure previste dall’articolo 650 del codice penale», che prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a duecentosei euro.

Le intercettazioni Una curiosità – e di sicuro una coincidenza – è rappresentata dal fatto che di quel chiosco-bar si parlava anche in una delle intercettazioni telefoniche che sono finite nel ‘faldone’ relativo all’inchiesta sugli appalti del Comune di Terni – la famosa ‘Operazione Spada’ – nella quale c’era chi si lamentava proprio di come avvenisse lo scarico dei rifiuti. Gli inquirenti avevano scritto, nelle carte dell’inchiesta, che avrebbero comunicato la circostanza alla magistratura. Ma intanto arriva l’ordinanza: una coincidenza, senza dubbio.

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