Cascia: «Parole vane, Carrefour abbandona»

Chiude il supermercato. Nuova pesante accusa del sindaco Mario De Carolis: «L’azienda non ha mai presentato la domanda di delocalizzazione»

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Mario De Carolis

L’allarme, il sindaco di Cascia Mario De Carolis, l’aveva lanciato il 17 dicembre: «Dopo mesi di trattative intercorse con i dipendenti, l’amministrazione comunale e con la Regione Umbria e dopo le continue rassicurazioni da parte dei dirigenti Carrefour, la notizia sconcertante di questa decisione altamente negativa per la città, sotto vari aspetti, è arrivata direttamente dai dieci dipendenti del supermercato, che da oltre un anno sono senza lavoro, costantemente in attesa di conoscere il proprio futuro e sostenuti solo dal valore economico minimo della cassa integrazione. Dieci padri e madri di famiglia o giovani lavoratori, tutti cittadini di Cascia, che ora che conoscono la sentenza data dal loro datore di lavoro, potrebbero lasciare la città con i loro congiunti, parliamo di oltre venti persone, in cerca di stabilità e sicurezza, realizzando l’incubo più grande di un post terremoto, ovvero l’abbandono dei propri territori e il conseguente rischio gravissimo dello spopolamento».

IL TERREMOTO

I sindacati Subito dopo era arrivata la presa di posizione dei sindacati. Cristina Taborro (Filcams Cgil) e Simona Gola (Fisascat Cisl), avevamo rilanciato: «L’azienda non ha mai risposto né a noi né alle istituzioni locali, ora però che mancano pochi giorni alla fine degli ammortizzatori è assolutamente necessario fare chiarezza. Per questo abbiamo interessato le nostre federazioni nazionali, visto che la proposta in campo ad oggi in alternativa al licenziamento, cioè quella di un ricollocamento del personale di Cascia nei negozi di Roma è assolutamente improponibile. Se c’è davvero la volontà di salvaguardare il lavoro, perché non ricollocare il personale nei negozi più vicini di Terni e Rieti?».

L’azienda Carrefour, rivolgendosi solo ad alcuni media (sicuramente per caso), aveva detto che le proposte che le erano state fatte non potevano essere prese in considerazione. Aveva parlato – ma forse abbiamo letto male le ricostruzioni fatte – di investimenti non redditizi e roba del genere. Aveva anche, è sembrato di capire, fatto le solite affermazioni di circostanza sulla volontà di discutere. Ma la sostanza, alla fine, resta la stessa: a Cascia si chiude e il personale si arrangi. 

De Carolis  E il sindaco torna alla carica: «Dopo l’appello, fatto al fianco dei dieci dipendenti che rischiano il posto di lavoro o di abbandonare la città con le proprie famiglie e dopo il comunicato trasmesso alla stampa (non tutta; ndr) dalla Carrefonr, chiarisco che gli incontri cordiali ci sono stati. Il Comune e la Regione insieme hanno prospettato alla Carrefonr tutti i benefici previsti dalla legge per le attività danneggiate dal terremoto, ma mai alcuna offerta di terreni o di locali dove delocalizzare il supermercato è stata avanzata, poiché il Comune non ha purtroppo proprietà da mettere a disposizione di questa eventualità».

«Domanda mai fatta» Il sindaco, poi, pone un interrogativo inquietante: «Sono stati gli stessi dipendenti ad andare a cercare locali sfitti o inutilizzati di privati che avrebbero potuto essere adatti o ipotizzabili. Restiamo quindi a completa disposizione augurandoci che Carrefour entro la scadenza dell’ormai prossimo 31 dicembre, presenti formalmente all’ufficio speciale per la ricostruzione la domanda di delocalizzazione per il punto vendita di Cascia, un atto necessario che, nonostante la disponibilità dichiarata dell’azienda in più occasioni, il gruppo non ha ancora effettuato. Solo dalla presentazione della domanda, infatti, se Carrefour vorrà riaprire veramente a Cascia potrà arrivare quella concreta opportunità di delocalizzazione e di riapertura».

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