Comune di Terni: bilancio contestato

L’assessore Piacenti D’Ubaldi: «Manovra da 427 milioni». Le opposizioni parlano di «prova di un fallimento drammatico di diciassette anni di governo della sinistra»

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Il bilancio di previsione del Comune di Terni, illustrato lunedì in consiglio dall’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi, ha scatenato le reazioni da parte delle opposizioni, che già con Marco Cecconi avevano espresso chiaramente il proprio pensiero.

I numeri Il bilancio, ha detto l’assessore, «prevede una manovra da 427 milioni di euro di entrate e altrettanti di spese. «Si tratta del primo bilancio triennale collegato con il Dup, il Documento unico di programmazione e, pur in un periodo difficile, con tagli ai trasferimenti delle risorse che sono arrivati fino al 40%, il Comune di Terni ha mantenuto invariata la pressione fiscale, addirittura con una leggera riduzione sulla detrazione Irpef. Il nostro grande sforzo ora è quello di mantenere la qualità dei servizi ai cittadini. I documenti di bilancio – ha spiegato ancora Piacenti D’Ubaldi– contengono le principali linee d’intervento per far uscire l’ente dalle difficoltà finanziarie in cui si trova, innanzitutto attraverso la rivisitazione della struttura della spesa, attraverso cioè la razionalizzione delle spese per le mense, i servizi educativi, i trasporti, il personale. Tutto ciò per rendere più equilibrata la parte delle spese, a fronte di entrate non modificabili. Il 2016, in ogni caso, rappresenta l’anno centrale che impone all’amministrazione comunale scelte chiare, decise e definitive. Non si può più tergiversare: o si fanno le riforme, oppure il percorso diventa complicatissimo».

Melasecche Forti le critiche che sono arrivate dai consiglieri d’opposizione. Tra questi, Enrico Melasecche (I Love Terni) ha sottolineato che a suo parere «il bilancio costituisce la prova di un fallimento drammatico di diciassette anni di governo della sinistra basati su errori gravi e su scelte irresponsabili: una Caporetto a tutto campo. Terni è una città alla quale sono state prosciugate energie vitali, in cui non un solo progetto intelligente è stato portato a termine. La tutela manu militari di interessi di parte è stato l’obiettivo costante dei due sindaci ed hanno svuotato Terni facendole perdere attrattività per giovani ed imprese. L’unica speranza è quella di chiudere più velocemente possibile questo ciclo mandando a casa coloro che sono stati capaci del disastro. Ripeto un dato emblematico: il disavanzo finalmente emerso di quasi 60 milioni di euro rappresenta una pietra pesantissima al collo di una comunità che deve fare i conti con la crisi nella crisi».

Ferranti Questa manovra previsionale, per il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Francesco Ferranti «chiarisce inequivocabilmente il fallimento del Pd e di questa giunta. Ufficializzando il debito di 3,5 milioni nel previsionale lo stesso assessore Piacenti ha dichiarato che si potrà spendere solo ciò che è strettamente previsto dalla legge: ciò significa ancora meno investimenti in progettualità di crescita e sviluppo e sempre maggior degrado urbano e crisi economica. Dopo anni ed anni nei quali chiediamo al Pd di tagliare sprechi e spese clientelari, si è giunti al capolinea ed ora si vogliono privatizzare le partecipate e si tagliano fondi ad eccellenze come il Briccialdi. Il gruppo di Forza Italia, puntualmente, si opporrà a questa manovra votando contro».

 

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