Comune Gubbio, carenze in procedure urbanistiche: due funzionari condannati

Sentenza della Corte dei conti dopo l’atto della procura: riguarda le aree verdi

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Due condanne a pagare 15 mila euro a favore del Comune di Gubbio. Lo ha deciso la Corte dei conti – sezione giurisdizionale regionale – per questioni legate a «gravi carenze» in procedure urbanistiche di lottizzazione. La richiesta della procura era quantificata in oltre 102 mila euro. A stabilirlo i magistrati contabili Piero Carlo Floreani, Rosalba Di Giulio e Pasquale Fava.

Mala gestio amministrativa

Al centro dell’attenzione ci sono due ex funzionari dell’amministrazione comunale. Motivo? «I convenuti, nonostante la mancanza di opere di urbanizzazione primaria, hanno rilasciato le concessioni edilizie e le licenze di abitabilità, nonché, pur in presenza del pagamento degli oneri di urbanizzazione, hanno omesso le attività preordinate alla realizzazione ed al collaudo delle opere pubbliche, con la conseguenza che larghe aree del territorio comunale risultano prive di marciapiedi, illuminazione e verde pubblico, con grave danno della comunità residente». Il danno è stato quantificato in oltre 100 mila euro, 51 mila a testa, per la «mancata realizzazione e acquisizione al pubblico patrimonio del verde pubblico, degli impianti di illuminazione e dei marciapiedi, nonché nel valore delle particelle interessate e non cedute». Per la Corte dei conti la storia è parzialmente fondata e per questo la condanna arriva per una cifra inferiore. Uno dei coinvolti è ancora in attività, l’altro è cessato.

La conseguenza e le aree verdi

Nella sentenza si legge che i «funzionari comunali e gli organi politici hanno, a loro volta, stimolato tra il 2021 e il 2022 (quindi dopo l’attivazione della procura regionale), una complessiva indagine sulle aree da cedersi a standard, recuperando e acquisendo al demanio comunale le strade dovute dai privati lottizzanti, nonché procedendo ad attivare le gare pubbliche per l’illuminazione pubblica delle aree in questione». Il problema resta: «Nonostante la descritta azione di stimolo al recupero della legalità, meritevolmente riconducibile, dalla documentazione versata in atti (in proposito i convenuti sono rimasti silenti sia nelle difese scritte che in quelle orali), è emersa la totale assenza di attenzione nei riguardi delle aree verdi, stante la mancata cessione di queste preziosissime aree destinate a standard urbanistico. I convenuti sono stati completamente inerti». Danno e 15 mila euro a testa di condanna. Scontato l’appello.

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