Comune Terni, affanno personale: revocato atto del 2015, stop risoluzione unilaterale

Dipendenti in costante calo e problemi per le posizioni di vertice: si cambia strategia. Riguarda il diritto alla pensione anticipata

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di S.F.

Addio alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro – compresi i dirigenti – per coloro che hanno maturato il diritto alla pensione anticipata. E possibilità di scelta per il singolo dipendente se cessare dal servizi oppure, una volta raggiunto il limite di servizio, restare dentro: questa la mossa del Comune di Terni per cercare di ‘tamponare’ il costante calo del personale. In tal senso c’è la revoca di un atto di indirizzo legato ad una delibera di giunta del 24 luglio 2015.

NEL 2023 SI PREVEDE DI CHIUDERE CON 592 DIPENDENTI

L’assessore Nichinonni

La curiosa novità per la risoluzione unilaterale

Bene, ma come si arriva a tutto ciò? Come noto nel corso del tempo il personale dipendente del Comune è sceso di centinaia di unità e già a fine 2023 si prevede di scendere sotto le 600 unità. La questione della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro – a decorrere dalla maturazione dell’anzianità contributiva per l’accesso al pensionamento, anche per gli under 62 – si è sviluppata nel 2014 grazie ad un decreto legge per favorire il ricambio generazionale ed il ringiovanimento dei dipendenti pubblici. Nel luglio 2015 l’allora esecutivo Di Girolamo diede il via libera ad un atto di indirizzo per gli uffici comunali per, in sostanza, dar seguito al decreto citato sopra.

A TERNI IN RIENTRO CARBONE. INCERTEZZA SULLA DATA

L’affanno

Perché si cambia? «La disposizione di giunta sopra richiamata – si legge – ha impegnato ed impegna ancora l’Ente a procedere, in ogni caso nel quale ne ricorrano le condizioni sopra indicate, alla risoluzione unilaterale ed anticipata del rapporto di lavoro dei propri dipendenti che, tuttavia, rispetto al periodo nel quale è stata presa questa decisione, hanno inevitabilmente subito, nel tempo, modifiche in base alle mutate esigenze organizzative, strategiche e dei servizi pubblici da erogare; l’iniziativa, anche se considerata strategica al momento in cui è stata adottata, nel corso di questi ultimi anni ha contribuito a determinare, insieme all’elevata età media dei dipendenti, una sensibile riduzione della forza lavoro dell’Ente per l’effetto, appunto, dei numerosi collocamenti a riposo verificatisi in tutti i settori dell’Ente ma, soprattutto, nei settori tecnici e ad elevata specializzazione». Esempio tangibile? Tra un paio di mesi è previsto il pensionamento del vicecomandante della polizia Locale, il tenente Gilberto Morelli. Ora potrebbe rimanere in servizio. Ma si vedrà.

Il dirigente al personale Vista

La scelta personale

Bene, che succede in definitiva? C’è il ripensamento della strategia per «tentare di frenare tale tendenza» e permettere ai dipendenti coinvolti di «poter, almeno, scegliere liberamente se, una volta raggiunto il cosiddetto ‘limite di servizio’ e cioè avendo soddisfatto i requisiti stabiliti dall’Inps per l’ottenimento di una pensione anticipata rispetto al limite di età, cessare dal servizio, in questo caso tramite comunicazione volontaria di dimissioni, oppure rimanere in servizio a svolgere la propria attività lavorativa fino al raggiungimento del limite di età, dove il collocamento a riposo viene, a quel punto, attivato d’ufficio». A curare la procedura è il dirigente al personale Francesco Saverio Vista. Nel contempo lunedì era di nuovo in città Claudio Carbone, pronto – resta l’incertezza sulla data seppur sia stato rideterminato il 1° luglio – a rientrare da dirigente.

 

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