Confindustria: «Regna ancora l’incertezza»

Gli industriali dell’Umbria fanno una fotografia all’economia di Perugia e Terni: ne esce un’immagine non ancora definita

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L’analisi di Confindutria Umbria parte da lontano – «quasi ovunque, nel mondo intero, l’insidia maggiore continua a rimanere la deflazione» – ma poi si arriva a parlare della situazione regionale. E le cose, dicono gli industriali, soprattutto per Perugia non sono piacevoli: «La quota di imprese che confermano stabilità del proprio livello di produzione è piuttosto robusta in entrambe le Province, ma in quella di Terni è di quasi 20 punti percentuali superiore. Tra le restanti si ha una discreta presenza di imprese che segnalano recuperi di attività produttiva. Alcune, poi, indicano incrementi piuttosto elevati (con aumenti di oltre il 5% vi sono il 12,1% delle imprese perugine e il 7,7% di quelle ternane)».

Dati contrastanti A completare il campione di risposte raccolte «sono le segnalazioni di produzione in riduzione le quali assommano, al 18,1% del totale. Su base provinciale quella percentuale deriva dal 20,7% di imprese localizzate nell’area perugina e dal 7,7% di imprese localizzate nel ternano. Una integrazione proviene dall’analisi delle variazioni tendenziali, cioè del confronto tra il quarto trimestre del 2015 e il corrispondente trimestre del 2014. In questo caso si nota che in provincia di Terni vi è un buon gruppo di imprese (il 53,8% del totale di quell’area) che, nel tempo, mantiene i livelli precedentemente raggiunti mentre tutte le altre (cioè il restante 46,2%) realizzano incrementi di attività produttiva. In provincia di Perugia, invece, accanto al 46,6% di imprese in espansione vi sono quelle (pari al 20,7%) che lamentano arretramenti di varia entità. Appare di conseguenza più contenuta la quota delle imprese stabili (32,8%)».

L’incertezza Il quadro è, dunque, sostanzialmente ‘non negativo’, ma è ancora lontano dal potersi definire estesamente soddisfacente e tanto meno tranquillizzante. L’incertezza continua a dominare nei processi decisionali delle imprese così che le previsioni per il primo trimestre del 2016 rimangono oltremodo prudenti. In ogni caso, variazioni positive di una certa consistenza saranno tanto più possibili quanto più l’atteso recupero generale del commercio internazionale toccherà anche l’Umbria e si salderà all’aumento dei consumi interni.

Ernesto Cesaretti

Ernesto Cesaretti

Cesaretti «La ripresa della produzione registrata nei mesi di ottobre e novembre dello scorso anno – dice il presidente di Confindustria Umbria Ernesto Cesarettiha subito, di recente, un sensibile rallentamento, causato probabilmente dalla crisi delle banche, dall’andamento dei mercati finanziari e dal preoccupante clima di tensione geopolitica. Mentre permangono assai critiche le condizioni del settore edile e delle diverse filiere delle costruzioni, che rappresentano una componente di grande rilievo del tessuto industriale della regione. A questo andamento bisogna reagire moltiplicando lo sforzo per introdurre innovazioni capaci di elevare la competitività delle nostre aziende e per sviluppare la loro proiezione sui mercati internazionali. Confindustria Umbria accrescerà anche il proprio impegno per affiancare e sostenere le imprese che intendono perseguire tali obiettivi, offrendo anche la propria fattiva collaborazione al governo regionale nella definizione e nella messa in atto di politiche volte a favorire il consolidamento e la crescita del sistema industriale locale, e in particolare della manifattura, fonte indispensabile e insostituibile di creazione di ricchezza e di occupazione».

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