Consulta immigrati: «Darò battaglia»

Terni, l’ormai ex presidente Maria Hotico non accetta l’estromissione e dice che «è tutta colpa di un regolamento sbagliato»

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Maria Hotico è decisa e darà battaglia al Comune di Terni. L’ormai ex presidente della Consulta comunale per l’integrazione – fuori per incompatibilità con quanto riportato dal regolamento a seguito dell’ultima assemblea – non ci sta e vuole togliersi qualche sasso dalla scarpa.

Maria Hotico

Maria Hotico

Idee confuse Prima di tutto vuole precisare che «il presidente del consiglio comunale Giuseppe Mascio l’8 agosto mi aveva inviato un sms dicendo che avevo ragione io. Dove sta la coerenza?». Ma forse, Maria Hotico ha le idee un po’ confuse, perché allibito Mascio risponde che «non c’è nessun bisogno che la Hotico faccia queste sortite perché nessuno ha mai negato questo. In più occasioni e anche nell’assemblea dell’altro giorno ho ribadito il fatto che il regolamento andrebbe rivisto e corretto, ma al momento è questo e a questo dobbiamo far fede. Tutto qui. Sul sito internet del Comune di Terni è a disposizione lo streaming della seduta che la Hotico può tranquillamente andarsi a rivedere per chiarirsi le idee».

Il regolamento Maria Hotico, non ci sta: «Tutto questo mi fa arrabbiare. Non mi piace che sono apparsa come una povera vittima e debole quando non lo sono, perché se lo fossi stata i miei colleghi non mi avrebbero eletta come presidente. Risulta che io sia decaduta secondo il regolamento, ma questo non è vero. Se così fosse allora nemmeno l’assemblea sarebbe valida visto che tra i 7 membri presenti qualcun altro ha preso la cittadinanza italiana, quindi il numero legale non sarebbe stato raggiunto. Se io e i miei colleghi parliamo dello stesso regolamento c’è qualcosa che non quadra».

La stampa ‘amica’ La Hotico insiste: «Io ho portato rispetto e voglio rispetto, non come immigrata ma come persona. Credo che il Comune abbia della stampa ‘amica’ perché – e anche qui la ex presidente della Consulta forse fa un po’ di confusione – ha chiamato i giornali ad assistere all’assemblea ed è stato messo in risalto, volutamente, il mio sfogo di pianto». Il tutto, secondo lei, «perché c’è stato e c’è chi non vuole che la Consulta funzioni, ma adesso – promette – dirò tutto quello che so e allora la verità sarà ristabilita». Non resta che aspettare di essere chiamati, insomma.

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