La ‘zona rossa’ fino alle porte dell’Umbria

Nel Dpcm inserita anche la provincia di Pesaro-Urbino che si tocca con l’eugubino. La strada ‘Contessa’ diventa quindi off limits: previsti posti di blocco

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C’è anche la provincia di Pesaro-Urbino, che confina con l’Umbria, fra le ‘zone rosse’ inserite nel decreto firmato nella notte fra sabato e domenica dal premier Giuseppe Conte. Le misure sono molto stringenti: possibili posti di blocco lungo la strada statale ‘Contessa’, sul quadrilatero e le altre vie di collegamento fra Umbria e alte Marche.

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Controllate le strade verso la provincia di Pesaro-Urbino

L’obiettivo è chiaro: contenere per quanto possibile il propagarsi dei contagi limitando gli spostamenti. Ma fa comunque particolare impressione leggere – al primo comma del primo articolo – che bisogna «evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori inseriti nell’elenco» (quindi anche il territorio urbinate al confine con l’Umbria). Il rispetto delle prescrizioni è demandato ai prefetti. Va chiarito che si tratta di raccomandazioni e che i divieti riguardano solo le persone contagiate o sottoposte in quarantena. È inoltre possibile tornare a casa. Nessun blocco militare, quindi, come qualcuno aveva fatto immaginare. Va capito come questi divieti saranno fatti rispettare e come sarà possibile controllare i collegamenti – ad esempio – fra Umbria e Marche, con il reticolo di strade che ci sono. Al tempo stesso, vista l’insofferenza ai ‘consigli’ denotata dagli italiani in questi giorni, con il passare delle ore emergerà se la semplice ‘indicazione’ possa essere di per sé sufficiente a limitare i movimenti e il propagarsi del virus.

Lo ‘stradario’ Umbria-Marche

L’elenco delle ‘zone rosse’

Divieto di ingresso e di uscita dalla Lombardia e da altre 14 province, e l’estensione delle zone controllate a Piemonte ed Emilia-Romagna. Nel dettaglio, le province diventate ‘zona rossa’ sono le seguenti: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano, Novara, Vercelli.

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I provvedimenti

Il decreto stabilisce la chiusura – nelle ‘zone rosse’ – di tutte le palestre, piscine, stazioni sciistiche, Spa e centri benessere. Le competizioni sportive all’aperto sono ammesse solo a porte chiuse. I centri commerciali dovranno essere chiusi ma solo nel weekend. Chiusi invece i musei, centri culturali, le stazioni sciistiche e ovviamente le scuole. Sospesi anche i concorsi. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri. Chiusi i musei e i luoghi di cultura. Consentite le attività di ristorazione e bar dalle ore 6 alle 18. Consentite le attività commerciali a patto che il gestore garantisca il rispetto delle norme inserite nei decreti precedenti (distanza minima e igienizzazione). Sospesi i congedi del personale sanitario e tecnico. Nelle giornate festive e prefestive chiusi i centri commerciali, tranne che per farmacie, parafarmacie e alimentari. Tutte le nuove disposizioni sono valide nelle zone rosse fino al 3 aprile.

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Disposizioni che riguardano l’intero territorio nazionale

Sospesi congressi, riunioni, meeting ed eventi speciali. Sospesi eventi e spettacoli. Sospese anche tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, come grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati. Per gli eventi sportivi restano valide le precedenti prescrizioni. Confermata la sospensione delle attività didattiche fino al 15 marzo. Al rientro i bambini dell’infanzia dovranno essere accompagnati da certificato medico. Restano in vigore anche le precedenti disposizioni che riguardano gli accessi ai presidi sanitari.

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