Corsa contro il tempo per salvare il Clitunno

Trevi, dopo l’incendio alla cartiera si contano i danni. Il sindaco limita il consumo di ortaggi, frutta e pesci. L’azienda: «Non era carta di rifiuto»

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Mentre si cerca di risalire alle cause dell’incendio nella cartiera di Trevi, che per fortuna non hanno fatto riscontrare feriti ma hanno creato un notevole impatto ambientale sull’area circostante, fino a interessare il vicino Clitunno, il sindaco di Trevi ha diramato un’ordinanza per limitare una serie di attività, dalla pesca alla raccolta funghi, che potrebbero essere stati contaminati.

I coloranti nel fiume

Le emissioni in atmosfera connesse all’incendio hanno interessato le aree poste a sud-est e sud-ovest dello stabilimento. Nell’ordinanza si specifica inoltre che gli sversamenti di colorante a uso industriale nel vicino fiume Clitunno provenivano da un’area di stoccaggio interna allo stabilimento, evidentemente per un travaso provocato dall’acqua usata per lo spegnimento delle fiamme.

Arpa al lavoro

La ditta Cartiere di Trevi Spa ha attivato nel pomeriggio di ieri una ditta specializzata al fine di eseguire i primi interventi di messa in sicurezza del fiume Clitunno mentre l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) ha posizionato l’unità mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria in località Faustana e ad eseguire i campionamenti delle acque del fiume Clitunno.

Le limitazioni

Le decisioni del sindaco: divieto di attingimento delle acque dal fiume Clitunno, divieto di consumo delle colture ortofrutticole che vengono irrigate con le medesime acque nonché il consumo di prodotti potenzialmente contaminati dagli inquinanti aereodispersi. Il consumo di prodotti alimentari coltivati in zona è consentito solo dopo spellatura o sbucciatura o in subordine lavaggio con strofinatura. C’è poi il divieto di raccolta e consumo di funghi epigei ed erbe spontanee, il divieto di pascolo e razzolamento di animali da cortile; il divieto di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali, raccolti nell’area interessata a partire da oggi nel territorio rientrante nel raggio di 2 km dal luogo dell’incendio; il divieto di attingimento delle acque del fiume Clitunno per qualsiasi uso, nel tratto compreso tra lo stabilimento della ditta Cartiere di Trevi e la località Casco dell’Acqua. La pesca sportiva è consentita, ma è vietato l’utilizzo del pescato per scopi alimentari.

La nota della società

Intanto, dalle Cartiere fanno sapere che l’area interessata dall’incendio è limitata alla zona di stoccaggio del macero, unica materia prima utilizzata per la produzione della carta. Fortunatamente non sono stati riscontrati danni a persone e anche gli impianti produttivi non sono stati raggiunti dalle fiamme. «L’azienda – specifica ancora la nota – ha immediatamente posto in essere tutte le procedure di sicurezza, quali l’interruzione dell’energia, il fermo della produzione e l’attivazione della squadra antincendio interna, fino all’arrivo dei vigili del fuoco che hanno prontamente contenuto l’incendio, che è stato completamente domato in poche ore. Attualmente sono in corso le operazioni propedeutiche alla bonifica dell’area».

«Quella carta era materia prima non rifiuto»

E l’amministratore delegato Franco Graziosi ha specificato che la carta da macero oggetto dell’incendio è stata acquistata da Cartiere di Trevi come materia prima seconda, in parte attraverso il circuito di raccolta nazionale Comieco per la produzione della carta. Non si trattava di materiale di rifiuto.

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