Gubbio, casi in aumento. Il sindaco: «Cambiare marcia»

Stirati: «Esiste un’etica della responsabilità individuale che chiede alle persone di comportarsi correttamente». Mirino sulle ‘ammucchiate conviviali’

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Numeri alti e il sindaco di Gubbio, Filippo Stirati, alza la voce in tema Covid-19. Il primo cittadino ha fatto il punto della situazione sui contagi in città invitando ad una maggiore responsabilità: ci sono 240 attuali positivi e, per ognuno di loro, si registrano in media 10-15 contatti. «Ciò significa che ci sono almeno 2.500 persone in isolamento».

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Lo sfogo e le ammucchiate 

«Siamo arrivati – le parole di Stirati nella conferenza che ha visto protagonisti anche Paola Tomassoli e Gabriella Vinti, rispettivamente direttore del ditretto sanitario Alto Chiascio e responsabile del servizio igiene e sanità pubblica della stessa area – ad un numero di casi di positività al Covid davvero elevato, peraltro in controtendenza con quello che sta succedendo nel resto dell’Umbria. Di concerto con le forze dell’ordine stiamo lavorando alacremente per rafforzare controlli e presidi, ma pensare che con i controlli eliminiamo i comportamenti irresponsabili di chi si chiude nei luoghi chiusi in barba a ogni regola è illusorio e inaccettabile. Non tutto può essere ricondotto alle azioni di altri, esiste un’etica della responsabilità individuale che chiede alle persone di comportarsi correttamente. Noi ci prendiamo e ci assumiamo quotidianamente tutte le nostre responsabilità, ma il sindaco non è lo sceriffo di Nottingham. Le ‘ammucchiate conviviali’ che sappiamo vengono fatte non sono certo l’unica ragione, ma rappresentano una ragione molto consistente degli aumenti dei contagi in città. Per evitare di finire in zona rossa, per far sì che anziani e fragili non rischino la vita e per alleggerire il sistema sanitario è necessario cambiare marcia. Non solo: ogni comportamento scorretto allontana le riaperture, affaticando ancora di più un tessuto economico ormai in grande sofferenza e impedendo alle attività culturali e sportive di tornare in attività. Solo con senso di responsabilità – ha proseguito – e con una campagna di vaccinazione efficace possiamo uscire da questa storia, evitando il gioco bambinesco di pensare che c’è qualcuno responsabile di tutto e tanti che non sono responsabili di nulla. Pensare che tutto possa essere risolto con qualche strillo del sindaco è semplicemente puerile».

La variante brasiliana

La Vinti è entrata più nel dettaglio: «Quello che da qualche settimana sta succedendo a Gubbio – 270 casi ogni 100 mila abitanti – è probabilmente legato alla circolazione delle varianti, brasiliana in primis. Le comunità sono luoghi dove la diffusione è più facile e ampia: abbiamo avuto positivi all’interno di due comunità e famiglie numerose contagiate per intero, che hanno comportato presenza di positivi anche nelle scuole. Anche il tema delle badanti, che si prendono cura di più di una persona, esiste, col rischio concreto del contagio in contemporanea anche di 4 o 5 persone, peraltro fragili». Sia la dottoressa Vinti che la dottoressa Tomassoli hanno sottolineato come sia centrale il problema dei positivi che non comunicano i contatti avuti: «Scopriamo i contatti dei soggetti positivi quando è troppo tardi, ovvero quando hanno già contratto il Covid. C’è bisogno di collaborazione, di trasparenza dei comportamenti, di correttezza: siamo perfettamente consapevoli del fatto che mettersi in isolamento sia un grande problema rispetto al lavoro e all’organizzazione familiare, ma isolarsi dagli altri è l’unico modo per fermare il virus, insieme alla vaccinazione».

Le altre patologie

La Tomassoli ha inoltre ricordato il lavoro delle Usca, impegnate sette giorni su sette per curare – oltre cento casi – a domicilio i malati Covid: «Dobbiamo sempre ricordarci che non esiste solo il Covid, e che chi soffre di altre patologie per forza di cose sta scontando questo sovraffaticamento del sistema di assistenza». Infine Stirati, in merito alla possibile riapertura delle scuole annunciata dalla presidente della Regione ha evidenziato che «prenderò contatto con D’Angelo e con la stessa Tesei per capire come valutano questi dati e come li interpretano in base a eventuali restrizioni. Chi riapre le scuole, e cioè la Regione, deve dirci se i dati attuali di Gubbio consentono di riaprire, così come del resto è stato fatto nelle scorse settimane nel caso di Città di Castello, Foligno o altre realtà».

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