Covid, il 2022 inizia con un unico comune senza casi: resiste l’indenne Poggiodomo

Dall’inizio della pandemia nessuna positività accertata. Il commissario prefettizio Sciurpi: «Popolazione anziana e scrupolosa. Ma servono servizi»

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di S.F.

Indenne da sempre, per ora anche alla variante Omicron che nell’ultima settimana ha provocato centinaia di nuovi casi in tutta la regione. Il 2022 in Umbria inizia con un unico comune a zero casi attuali – in generale è così dall’inizio della pandemia, qui il virus non è mai arrivato – di Covid: Poggiodomo, il territorio più isolato, con il numero più basso di residenti (meno di 100) e tra i più alti, attualmente ‘gestito’ dal commissario straordinario prefettizio Maria Speranza Sciurpi. Negli ultimi giorni sono riapparse positività a Preci, Monteleone di Spoleto e Polino, lasciando a quota zero solo il piccolo borgo della provincia di Perugia.

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L’attenzione e la condizione di isolamento

La Sciurpi è attiva da poche settimane – non risiede a Poggiodomo alla pari delle poche dipendenti del Comune, del segretario comunale e dell’architetto Giorgio Gentili, il responsabile dell’area tecnica – e ha già capito che si tratta di una situazione quantomeno curiosa: «Stiamo tutti molto attenti, questo è certo, la popolazione sta rispondendo – spiega il viceprefetto a umbriaOn – bene perché è abbastanza anziana e quindi scrupolosa. C’è pochissimo affollamento, sono rispettosi delle regole e le persone vivono già di per sé una condizione di isolamento perché sì, è un territorio della Valnerina, ma non rientra in quei circuiti frequentati, anche dal turismo. Ciò favorisce una certa difficoltà di ‘contaminazione’. Oltre a queste caratteristiche tipiche del territorio, c’è anche molta consapevolezza e coscienza. Quest’anno – evidenzia – la manifestazione popolare dell’accensione del fuoco che loro fanno per la vigilia, si è svolta nel pieno rispetto delle regole anti Covid. Speriamo si possa proseguire così».

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I servizi che mancano

In definitiva Poggiodomo già di per sé ha caratteristiche che aiutano e non poco ad evitare il Covid. In un contesto normale tuttavia ciò comporta problemi: «Difficile trovare persone che circolano per la strada. A Poggiodomo non c’è nulla da un punto di vista di strutture: bar, negozi alimentari, alberghi, ristoranti ecc.. Non ci si può aggregare, anche per un discorso di socialità. Stiamo cercando di inserire dei progetti in tal senso. Hanno poche occasioni, se fanno spesa vanno a Monteleone di Spoleto o Cerreto di Spoleto. Non ci sono bambini che frequentano le scuole elementari in loco. Tanti fattori – prosegue la Sciurpi – che oggettivamente determinano questa situazione, la popolazione è comunque non giovane e ci stanno attenti. Noi che veniamo da fuori cerchiamo di essere attentissimi: lavoriamo sempre con le mascherine e il distanziamento. Speriamo bene. D’estate poi arrivano molti che hanno qui la casa ma non risiedono. Mi sto legando e appassionando a questo comune, spero di poter fare qualcosa per toglierli da questo isolamento. Ci sono poche strade e ‘difficili’. Sono persone di montagna un po’ caratterizzate da questa chiusura, però è un comune dello Stato italiano seppur piccolissimo. E deve avere pari opportunità – chiude – e dignità come tutti gli altri: certi servizi devono assolutamente averli. Certo, nessuno ha la bacchetta magica, ma se potessi un pochino contribuire a rivitalizzarlo sarebbe una grande soddisfazione». Infine una curiosità: «Se risultano residenti che hanno fatto tamponi molecolari? Non conosciamo questo dato, la Usl non ci ha comunicato nulla». Il conto per la comunità resta fortunatamente a zero.

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