Credito alle imprese, c’è Fiar Umbria

Un fondo di investimento regionale per avvicinare gli investitori sostenuto da Confindustria, Gepafin e Azimut: un esperimento di finanza locale

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Un esperimento di finanza locale sostenuto da Confindustria, Gepafin e Azimut che consiste in un fondo di investimento regionale per avvicinare gli investitori alle imprese umbre per, in questo modo, realizzare nuovi canali di finanziamento alimentati dalle disponibilità raccolte prevalentemente sul territorio. Si chiama Fiar Umbria ed è stato presentato ai rappresentanti del sistema produttivo.

Debutto assoluto

Il Fondo di investimento alternativo e riservato (Fiar) rappresenta la prima iniziativa del geere in Italia e nella giornata di presentazione ha registrato  manifestazioni d’interesse per oltre due milioni di euro. Ma in cosa consiste? «Il progetto prevede – spiega Confindustria – la costruzione, attraverso la Sgr autorizzata Azimut, di un fondo a vocazione regionale e potrà consentire agli investitori e alle imprese umbre, performanti e finanziabili, di poter sfruttare le opportunità offerte dalla cosiddetta finanza alternativa. Gli strumenti operativi esplorati vanno dal fondo di investimento riservato al ‘basket bond’». Ad esporre il tutto il presidente di Confindustria Umbria Antonio Alunni, il consigliere delegato per il credito e la finanza dell’organizzazione Silvio Pascolini, il presidente di Gepafin Spa Carmelo Campana e il fondatore/presidente Azimut Holding Pietro Giuliani; ad illustrare le condizioni di adesione Matteo Bruni (partner Azimut Sgr) e Marco Campagnacci, team manager Umbria-Marche Azimut.

Soluzioni di finanza

«Si tratta di una iniziativa innovativa – le parole di Alunni – nel panorama nazionale. Parliamo spesso di finanza alternativa a supporto di iniziative industriali, ma non sempre si riesce a renderla accessibile alle nostre aziende. Questo progetto rappresenta uno strumento per guidare le nostre imprese nei percorsi di crescita e di sviluppo affinché le loro ambizioni possano realizzarsi. Siamo fiduciosi che questa iniziativa riscuoterà il giusto interesse da parte di chi deve investire e da parte di chi deve acquisire risorse». Per Pascolini «abbiamo avviato la progettazione di questa iniziativa un anno fa con l’intento di individuare soluzioni di finanza complementare, concepite e condotte in Umbria. Da qui la partnership con Azimut e Gepafin, con le quali abbiamo condiviso il progetto rivolto alle imprese umbre, confidando nel loro apprezzamento. Si è optato per la forma del Fiar per poter destinare le disponibilità raccolte a strumenti di debito quali i corporate bond, ma anche, in percentuale più limitata, ad operazioni di equity e quasi equity. In tal modo sarà possibile rendere personalizzabili gli interventi a seconda delle necessità dell’azienda. La sfida che intraprendiamo è mettere insieme una piccola filiera finanziaria regionale, dove chi investe sa con quale criterio viene identificato il target di imprese ‘obiettivo’ e nella quale le imprese finanziate sanno che il territorio scommette su di loro».

Il supporto

«Fiar Umbria è il primo esperimento – aggiunge Giuliani – a livello locale tra Azimut e le imprese industriali per sperimentare la vicinanza ai territori. L’ Umbria è una realtà sufficientemente piccola per permettere una interlocuzione facile e veloce, è una regione con principi solidi dove l’industria ha sviluppato delle eccellenze. Penso che insieme potremo fare un buon lavoro». Infine Campagna: «Questo è solo il primo di una serie di interventi finalizzati al supporto alle imprese nella diversificazione dell’approvvigionamento finanziario rispetto al canale tradizionale bancario, che la finanziaria della Regione Umbria sta approfondendo. Quest’iniziativa rappresenta anche una modalità per innalzare il livello di cultura finanziaria delle imprese della nostra regione e per supportarle nella complessità crescente, anche con gli strumenti più evoluti che il mercato mette a disposizione». Viene sottolineato che il totale della ricchezza liquida in Umbria è stimato intorno ai 36,8 miliardi di euro: Fiar avrà una dimensione tra i 30 ed i 50 milioni rispetto a questa disponibilità. «Il fondo investirà in operazioni attraverso strumenti di debito emessi da Pmi umbre, Private Placement, Minibond, strumenti di quasi equity, Obbligazioni convertibili e Investimenti diretti nel capitale di Start-up e spin-off innovativi di aziende mature;  la filiera sarà sovraintesa da un comitato di indirizzo degli investitori, costituito a livello locale da Confindustria Umbria. A maggior tutela degli investitori, la selezione e il monitoraggio delle imprese finanziate o partecipate, sarà curata con un doppio passaggio: dapprima dall’advisor locale Gepafin e poi dal team di gestione della SGR Azimut Libera Impresa che amministrerà il fondo».

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