Dirigenti scolastici, prosegue la protesta

Umbria, sicurezza delle scuole, retribuzioni e chiamata diretta dei docenti, lettera al ministro Fedeli: «Situazione insostenibile»

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Sicurezza delle scuole, retribuzione e problemi di natura burocratica. Prosegue la protesta dei dirigenti scolastici italiani e, tra di loro, non mancano quelli umbri: ci sono anche loro tra i 426 che, con una lettera indirizzata al ministro Fedeli, hanno deciso di rimanere inerti di fronte alla possibilità di procedere alla chiamata diretta.

Il ministro Valeria Fedeli

SICUREZZA E PROBLEMI, I DIRIGENTI SCOLASTICI ALZANO LA VOCE

I temi «Vogliamo essere – si legge nella lettera – dirigenti scolastici, non sceriffi, né ufficiali sanitari, né capri espiatori per le inadempienze degli enti locali relative alla sicurezza», il concetto espresso dai dirigenti scolastici, che protestano oltretutto anche per «il disagio professionale in ordine alla retribuzione, non proporzionale al carico di lavoro e di responsabilità che per le continue ‘molestie burocratiche’». Maria Marinangeli, dirigente del ‘Mazzatinti’ di Gubbio e portavoce dei dirigenti scolastici autoconvocati dell’Umbria, spiega che «si invera il paradosso di essere i dirigenti meno retribuiti della pubblica amministrazioni e quelli sui cui grava il maggior carico di responsabilità, rischi e oneri lavorativi».

LA LETTERA ALLA MINISTRA FEDELI

Le criticità Nella lettera – sottolinea la Marinangeli – sono state ribadite le «reggenze divenute ormai istituzione strutturale, nate per situazioni di emergenza, limitate e residuali; oggi diventato un mezzo per consentire al ministero di risparmiare; segreterie al collasso con un numero insufficiente di personale rispetto alla complessità delle istituzioni scolastiche; la mancata assistenza degli uffici legali Usr nei casi di necessità a fronte dell’aumento vertiginoso dei contenziosi».

Le richieste I dirigenti scolastici chiedono dunque delle risposte in merito alla «modifica della struttura del Dlgs 81/08 sulla sicurezza, sull’istituzione di figure intermedie tra dirigente scolastico e docenti e sull’adeguamento dello stipendio in funzione del livello e valutazione economica delle responsabilità in capo al dirigente scolastico, anche in confronto con altre figure dirigenziali di pari livello all’interno del Miur e di altri ministeri e istituzioni. La dirigenza scolastica, così come è organizzata, è funzionale esclusivamente a scaricare sul dirigente le responsabilità e gli oneri, senza le adeguate retribuzioni e senza le attribuzioni di un qualunque altro dirigente dello Stato, di pari grado».

La chiamata diretta Alla base della lettera mandata alla Fedeli c’è tuttavia un altro argomento: «In merito alla richiesta – sottolineano – di procedere alla chiamata diretta dei docenti ai sensi della l. 107/2015, i sottoscritti dirigenti scolastici dichiarano la propria inerzia e quindi non procederanno alla chiamata diretta, lasciando che siano gli Ust a procedere alle assegnazioni dei docenti, così come previsto dalla stessa l. 107/2015. Tale azione è una manifestazione di protesta, e ce ne saranno altre, per rappresentare a lei – rivolto alla Fedeli – e a tutti quanti vorranno approfondire, che la situazione dei dirigenti scolastici è ormai insostenibile».

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