Ecoreati in Umbria: «Casi in aumento»

La Commissione parlamentare d’inchiesta in attesa di tornare a Perugia e a Terni traccia un primo bilancio: già 68 le denunce per infrazioni accertate

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di L.P.

La nuova legge c’è e funziona. A neanche due anni dall’introduzione della legge 68 del 2015, quella che ha introdotto nel codice penale gli ecoreati, la Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti traccia un primo bilancio sull’attuazione della nuova norma.

Il presidente della Commissione Bratti

L’ambiente«Frutto di un lavoro parlamentare ampio e approfondito – scrive la Commissione – la sua prima fase di attuazione conferma la complessità ma anche le potenzialità della nuova norma» che, dopo un lungo e travagliato iter parlamentare, ha introdotto nell’ordinamento italiano nuove fattispecie di delitti contro l’ambiente, attuando per la prima volta il riconoscimento all’interno del Codice penale dell’ambiente come bene tutelato, sul presupposto della sua rilevanza costituzionale. La relazione dell’onorevole Pd Alessandro Bratti, che presiede la Commissione, traccia dunque un primo bilancio positivo nonostante le difficoltà incontrate, tra tutte la non sempre adeguata presenza di personale di polizia adeguatamente formato e specializzato in campo tecnico-scientifico.

I numeri Sono 167 le comunicazioni ricevute dalla Commissione, 50 da organi giudicanti e 117 da procure della Repubblica. Fra questi 167 uffici, si legge nella relazione «66, pari al 39,52 per cento, hanno riferito di non aver ancora applicato alcuna delle norme della legge, mentre 61, pari al 36,52 per cento, hanno dichiarato in maniera specifica di aver applicato le nuove norme penali e 40, pari al 23,95 per cento, hanno dichiarato in termini generici di aver applicato la normativa. Stando alla relazione «sono 39 gli uffici giudiziari dalle cui comunicazioni si evince l’avvenuta contestazione in concreto dei nuovi ecoreati, distribuite in maniera omogenea sul territorio nazionale «con una frequenza tuttavia più accentuata dal punto di vista quantitativo nelle Isole e nel Sud». Sono 74 le contestazioni complessivamente rilevate.

Il torrente Mussino

Inquinamento ambientale Tra le nuove fattispecie di reato introdotte dalla legge 68, quella di inquinamento ambientale risulta essere quella «più numerosamente e più diffusamente contestata, con almeno 47 occorrenze in 26 diverse Procure della Repubblica». La stessa fattispecie è però anche quella che più delle altre «è stata oggetto di segnalazioni in merito a potenziali criticità sul piano interpretativo». Altro ecoreato al centro di nodi interpretativi è quello di disastro ambientale in riferimento al quale «risultano segnalate almeno 5 contestazioni ad opera di 5 diverse Procure della Repubblica presso Tribunali», tra cui anche Perugia, assieme a Torino, L’Aquila, Roma e Cagliari.

Caso Gesenu E proprio in Umbria, dove più volte la Commissione è venuta ed è attesa, di nuovo, a breve, il caso Gesenu rappresenta un esempio lampante dell’efficacia della nuova normativa, con il riconoscimento, da parte della magistratura del delitto previsto e punito all’articolo 452 bis e quater del Codice penale, cioè inquinamento e disastro ambientale. Ipotesi raffigurabili nella compromissione del terreno boschivo all’esterno dell’impianto della discarica di Pietramelina con conseguente disseccamento della vegetazione arborea e arbustiva attraverso la fuoriuscita di percolato dalla discarica che andava a compromettere anche le acque del torrente Mussino, come riportato nelle carte dell’inchiesta ‘Spazzatura d’oro connection’ che hanno portato agli arresti domiciliari l’ex direttore tecnico di Gesenu Giuseppe Sassaroli, indagato per tali reati, assieme a Roberto Damiano, coordinatore degli impianti di Ponte Rio e Silvio Marano, addetto al trattamento del percolato di Pietramelina.

La discarica di Pietramelina

Non solo Gesenu E’ l’intera Umbria a salire nella classifica delle regioni italiane in cui si registra il maggior numero di persone denunciate. Solo nei primi otto mesi di applicazione della legge, infatti, sono state 68 le denunce per ecoreati accertati, dopo la Toscana, con 73 denunce e prima di Emilia Romagna, 67, Puglia, 62 e Lombardia, 58. Tutto questo è stato possibile anche grazie al lavoro del comando tutela ambiente dell’Arma dei carabinieri che, grazie ai 29 Nuclei operativi ecologici (Noe) dislocati sull’intero territorio nazionale, ha condotto più di 700 controlli. Solo a Perugia il Nucleo ha rilevato 41 infrazioni penali.

Noe di Perugia Tra le indagini più rilevanti nel capoluogo,  Due soggetti sono stati denunciati per gestione illecita di rifiuti pericolosi d ne è stata data comunicazione all’autorità giudiziaria. I legali rappresentanti di quattro società operanti nel settore dei rifiuti sono stati poi denunciati per violazione dei limiti tabellari imposti per le emissioni in atmosfera e per aver operato in assenza d’autorizzazione al le emissioni in atmosfera. Altre cinque denunce per altrettante società per deposito incontrollato di rifiuti mentre il proprietario di una società è stato denunciato per aver operato in assenza di autorizzazione per le emissioni in atmosfera. 

Bratti «Il quadro che l’analisi delinea è quello di un insieme di fattispecie penali di riconosciuta complessità tecnico-giuridica. – è stato il commento del presidente Bratti – Ciò si riflette sui tempi dei procedimenti,  necessariamente adeguati agli accertamenti richiesti per poter correttamente configurare le fattispecie delittuose e sui numeri complessivi delle contestazioni». Stando alla relazione dunque, per Bratti «è ipotizzabile che i numeri contenuti di contestazione dei delitti introdotti dalla legge n. 68 del 2015 segnalino un campo di seria e ragionata applicazione e, al contempo, che la sua entrata in vigore abbia prodotto effetti di prevenzione generale, a fronte della previsione di sanzioni più gravi».

 

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