Electroterni: «Da oltre 100 giorni senza stipendio»

Dopo l’annuncio della chiusura, la burocrazia rallenta il pagamento della ‘cassa’ ai lavoratori. Preoccupano anche le altre aziende del gruppo

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di F.L.

Dramma nel dramma per la quindicina di lavoratori della Electroterni di viale Centurini, a Terni, dal gennaio scorso in cassa integrazione straordinaria dopo che la storica azienda, specializzata nella lavorazione di lamierino magnetico, ha comunicato la cessazione di attività. Oltre allo spettro del licenziamento collettivo nel gennaio 2021, dopo oltre 100 giorni di attivazione dell’ammortizzatore sociale i dipendenti non hanno percepito alcun tipo di indennizzo, avendo l’azienda scelto di non anticipare la ‘cassa’.

I sindacati: «Nessuno dà risposte»

A segnalare la situazione sono le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, insieme alle rsu di stabilimento. «Questa situazione – scrivono – diventa ogni giorno più pesante per i lavoratori, alle prese con tutte le difficoltà che in questo momento attraversano tutta l’Italia». I sindacati spiegano di essere venuti a conoscenza solo in questi giorni che «l’azienda ad oggi è stata impossibilitata a portare avanti l’espletamento del pagamento, da parte di Inps, della cassa integrazione a causa della mancata presentazione del modello SR41, adducendo problematiche di ricezione e lavorazione di tale pratica visto che Inps non risponde a nessuna sollecitazione che l’azienda ha messo in atto». Resta, così, il fatto che «i lavoratori ad oggi non hanno risposte da nessuno e si ritrovano in una condizione di incertezza, senza il pagamento della cassa integrazione e senza sapere, se mai, quando sarà pagata».

L’appello alle istituzioni

Sindacati e rsu vogliono sensibilizzare «tutte le istituzioni coinvolte in questa vicenda, al fine di sbloccare una situazione stagnante al mese di gennaio, che ormai è diventata insostenibile per i lavoratori». «Chiediamo per quanto possibile, vista la situazione – continuano -, di velocizzare il pagamento della cassa integrazione ai lavoratori visto il tempo già passato senza chei lavoratori e le segreterie stesse debbano mettere in atto percorsi di sensibilizzazione più concreti». Viene poi chiamata in causa direttamente la famiglia Coppo, proprietaria del sito, presente sul territorio ternano con altre due realtà, la Electroterni di via Flagiello e la Maestrale Industrie Terni, sempre in viale Centurini. «Aziende che – concludono Fim, Fiom, Uilm e Fismic – al momento sono ferme o quasi. Interessate da altri provvedimenti di cassa integrazione di varia natura, che ad oggi procurano preoccupazione ai lavorarori e alle organizzazioni sindacali visto il momento di incertezza».

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