Elettrocarbonium, tira aria di ‘spezzatino’

Terni, la Sgl Carbon conferma la volontà – umbriaOn lo aveva anticipato – di volersi disfare degli impianti sportivi. Il sindaco di Narni non ci sta

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Che lo spezzatino stava per cominciare e che Sgl Carbon potesse decidere di disfarsi di alcuni ‘pezzi’ specifici del patrimonio di cui è in possesso a Narni Scalo, magari iniziando dagli impianti sportivi, umbriaOn lo aveva ipotizzato da tempo: ma la possibilità esiste e anche se, conferma la multinazionale «non c’è ancora nessun accordo, ma ovviamente dobbiamo venderli».

Il sindaco Messa così, la cosa non fa per niente piacere al sindaco Narni, Francesco De Rebotti: «Noi abbiamo sempre messo in chiaro che la prima opzione per quegli impianti, che peraltro Sgl Carbon non ha più curato e che sono gestiti con grande passione dai volontari dell’associazione sportiva, doveva essere quella del passaggio alla collettività, per la grande valenza sociale, ma dico anche culturale oltre che sportiva, che rappresentano per la città di Narni, ma anche per il territorio limitrofo. Sgl Carbon potrebbe, quanto meno, mostrare un po’ più di rispetto proprio questa collettività».

Mercato difficile ‘Piazzare’ quegli impianti sportivi; che necessiterebbero di interventi massicci di manutenzione, visto che la gestione attuale non è potuta andre oltre la mera ‘conservazione’, per evidenti problemi economici; non sarebbe comunque una cosa semplice – la Ternana per dire, interpellata da umbriaOn è caduta dalle nuvole e Paolo Garofoli, presidente della Narnese dice: «Non ne sono informato».

I debiti Ovvio che questa è – almeno per ora – poco più di una curiosità, o magari una forzatura che la multinazionale potrebbe fare, per spingere la comunità locale a fare ulteriori pressioni su Michele Monachino, del quale si sarebbero perse le tracce, ma che aveva garantito che appena Sgl Carbon avesse fatto il bonifico atteso per fine mese (oggi è fine mese; ndr) lui avrebbe saldato tutti gli arretrati – con i dipendenti e con i fornitori – che ha accumulato negli ultimi mesi.

Lo stabilimento Per poi presentarsi al Mise, quando a Roma decideranno che hanno tenuto la gente con il cuore a bagno per un tempo sufficiente, magari con qualche ‘condizione’ nuova da cercare di imporre. Ma, dopo la conferenza dei servizi della settimana scorsa, ne potrebbero essere rimaste poche.

 

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