Elettrocarbonium, torna tutto a Sgl

Terni, al vertice al Mise emergono notizie importanti per lo stabilimento di Narni: il 27 si avvia la procedura di licenziamento collettivo

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di M.T.

Le notizie sono tre. I dubbi molti di più. Inziamo dalle certezze: la prima è che Michele Monachino ha comunicato che gli stipendi del mese di febbraio sono in pagamento; la seconda è che, in virtù di questo, mercoledì 27 è stato fissato un incontro a Terni, per la stipula dell’accordo per il licenziamento collettivo di tutto il personale ‘a libro paga’, cioè di 48 tra operai e impiegati e di tre dirigenti; la terza è che Elettrocarbonium, di fatto, torna a scomparire – dopo essere stata riportata in vita a luglio dello scorso anno – e tutto quello che sta nel perimetro di quello stabilimento torna nella piena disponibilità di Sgl.

Fabio Paparelli

Fabio Paparelli, vice presidente della Regione

Al Mise Se ne è parlato, nel pomeriggio di mercoledì, al Mise – c’era il dirigente del Ministero Giampietro Castano, c’era il vice presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, c’era il sindaco di Narni Francesco De Rebotti e i sindacalisti nazionali e locali. Castano ha subito spiegato due questioni importanti: la prima è che, al momento almeno, non ci sono manifestazioni di interesse sul sito; dopo che un’azienda veneta ha ritirato la propria, avendo verificato che il mercato degli elettrodi non garantisce margini in grado di tenere in piedi uno stabilimento. La seconda è che è in programma – a breve – un incontro con l’avvocato Marco Petrucci, il liquidatore di Sgl, per definire il percorso da seguire dopo che la multinazionale sarà tornata nella piena disponbilità del sito narnese.

Francesco De Rebotti, sindaco di Narni

Francesco De Rebotti, sindaco di Narni

La ‘continuità produttiva’ Nel corso dell’incontro, anche alla luce delle affermazioni di Castano, si è affrontato il tema, sempre controverso, della continuità produttiva: «Il Comune di Narni – ha detto il sindaco De Rebotti – non è certo contrario a prescindere a possibili cambiamenti che prevedano l’abbandono della produzione di elettrodi, ma preferirebbe priviliegiare la prosecuzione di quella che, storicamente, è l’attività che ha caratterizzato quello stabilimento. Ovvio che non faremo le barricate, perché quello che ci interessa è soprattutto salvaguardare i lavoratori e dare un futuro al sito». Sull’argomento è stato chiaro Paparelli: «La Regione ribadisce di essere pronta a sostenere le iniziative di sostegno ai lavoratori, questa è per noi la priorità immediata. Ma abbbiamo già sperimentato in altre realtà percorsi che permettno anche il riinserimento in altre realtà, con contributi alle imprese che li assumeranno. Ovvio, però, che la Regione è impegnata fortemente nel tentativo di dare un futuro a quello stabilimento. Per noi non è decisivo ‘cosa’ si farà a Narni, ma vogliamo che a Narni e in quel sito in particolare si continui a lavorare, a produrre ricchezza e assicurare un futuro ai lavoratori ed al teritorio».

Sergio Cardinali

Sergio Cardinali

La Cgil Sergio Cardinali, che rappresentava la Filctem Cgil nazionale, non ha dubbi: «La situazione è ormai chiara e purtroppo sono state confermate tutte le perplessità che avevamo espresso fin dall’inizio sull’esperienza-Monachino. Lui non era in grado di mantenere le promesse fatte e, forse, se non si fosse perso del tempo con tatticismi e tecnicismi, forse la situazione non sarebbe precipitata così. Ma adesso è tempo di guardare avanti e cercare una soluzione che, stavolta non faremo sconti a nessuno, garantisca il lavoro a tutti; e ribadisco tutti, visto che Monachino anche in questo ha fallito; quelli erano occupati al momento in cui Sgl fermò gli impianti. Questo significa che non faremo accordi senza prima aver visto un progetto e un piano industriale, cosa che con Monachino non è avvenuta».

La richiesta A Sgl, Cardinali manda a dire che «ci aspettiamo, intanto, la conferma degli impegni presi due anni fa e che prevevedano la cessione a titolo gratuito degli asset narnesi, ma chiediamo anche che si mantenga l’impegno a versare il mezzo milione di euro a favore dei lavoratori che era previsto negli accordi, visto che il piano di bonifica è stato approvato e che il passaggio di mano dell’azienda era effettivamente avvenuto. Se, poi, le cose sono finite in questo modo per incapacità dell’imprenditore, non è certo colpa dei lavoratori dhe, anzi, hanno fatto più del possibile per tenere in vita lo stabilimento».

Fabrizio Framarini

Fabrizio Framarini

La Cisl Fabrizio Framarini, segretario regionale della Femca Cisl, dal canto suo, dice che «ora la palla torna a Sgl, che deve comunicare quali intenzioni ha, perché il piano di bonifica concordato in conferenza dei servizi deve trovare applicazione entro 120 giorni, altrimenti dovrà essere ridiscusso su altre basi che, per la multinazionale, potrebbero essere ben più onerose di quanto stabilito. Il viaggio a Roma che abbiamo fatto, in sostanza, è servito solo per discutere di ammortizzatori sociali e per questo sinceramente non sono soddisfatto».

 

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