Elezioni con polemica, ‘Italia dei diritti’ fuori

Otto in corsa per la presidenza, 320 per 20 posti in consiglio. Prugni farà ricorso

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Loro erano certi di avercela fatta. Ma la lista ‘Italia dei diritti’, almeno per il momento, resta fuori dalla competizione elettorale per le prossime ‘regionali’. Ovvio il ricorso, già annunciato.

I fatti La lista è arrivata in tribunale in orario – i termini scadevano a mezzogiorno – ma sembra che mancassero un po’ di firme e di certificati elettorali. Arrivati dopo. Così la ‘registrazione’ non è stata permessa: «Faremo ricorso», hanno subito annunciato i sostenitori di Giampiero Prugni.

Le liste Quelle già a posto con la burocrazia, intanto, hanno raggiunto il totale di sedici. Tante, infatti, sono le liste che gli umbri troveranno sulla scheda elettorale. Con otto candidati a presidente. Mentre dei 320 candidati in lizza, 300 resteranno a casa, visto che solo 20 saranno i consiglieri regionali eleggibili. Poi, certo, magari qualcuno degli eletti sarà promosso assessore, ma insomma: tanti, come sempre, porteranno solo acqua al mulino.

I candidati Otto, sempre per il momento e salvo ricorsi, sono i candidati alla poltrona di presidente della Regione: Catiuscia Marini (Pd, Umbria più uguale, Socialisti riformisti, Iniziativa per l’Umbria); Andrea Liberati (Movimento 5 Stelle); Claudio Ricci (Forza Italia, Fdi-An, Lega, Cambiare in Umbria, Per l’Umbria popolare, Ricci presidente); Andrea Liberati (Movimento 5 Stelle); Michele Vecchietti (L’Umbria per un’altra Europa); Amato John De Paulis (Alternativa riformista); Aurelio Fabiani (Casa Rossa-Partito comunista dei lavoratori Simone Di Stefano (Sovranità); Fulvio Carlo Maiorca (Forza Nuova).

‘Coalizione Sociale’ La Fiom non ha gradito quanto fatto «da chi, per scopi elettoralistici, si è appropriato del termine ‘Coalizione Sociale’, perché il percorso intrapreso non rappresenta un’astrazione o uno slogan da utilizzare all’occorrenza, ma una partecipazione reale nelle vertenze diffuse. Si invitano pertanto tutti coloro che abbiano a cuore il progetto a non sminuirlo in campagna elettorale, ma a sostenerlo realmente partecipando alle iniziative intraprese a livello locale e nazionale dalla Fiom e dai vari soggetti rappresentativi».

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