Emissioni fuori legge, sospensione a Agriflor

Perugia, prescrizioni non rispettate a Villa Pitignano, attività ferme per 90 giorni. Il M5S: «Il comune non autorizzi altri progetti»

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Potranno, finalmente, tirare un sospiro di sollievo e spalancare le finestre delle proprie abitazioni  i tanti abitanti di Villa Pitignano costretti a vivere, da anni, serrati in casa per via dei cattivi odori che arrivano, soprattutto con la bella stagione, dagli impianti di trattamento di Agriflor.

I cumuli di rifiuti

Novanta giorni Respireranno, dunque, aria pulita per i prossimi tre mesi, dal momento la Regione ha stoppato, per i prossimi 90 giorni, le attività dell’azienda di produzione di fertilizzanti dal trattamento dei rifiuti. La sospensione, con contestuale diffida, è contenuta in una determinazione dirigenziale firmata dal dirigente Andrea Monsignori e si è resa necessaria dopo le reiterate inottemperanze delle prescrizioni autorizzative imposte dall’Autorizzazione integrata ambientale e «una situazione gestionale non completamente conforme alle migliori tecniche di settore a disposizione».

Inottemperanze che, nel tempo, costringono i cittadini a vivere costantemente con il naso turato e che sono oggetto di continue segnalazioni. Ci sono poi, a giustificare lo stop temporaneo, i report dei rilievi effettuati da Arpa nelle scorse settimane, con il superamento di alcuni limiti di emissioni per solventi e organici volatili, carbonio equivalente. La sospensione, ora, prevede che Agriflor entro 30 giorni sospenda il conferimento dei rifiuti e fornisca una relazione tecnica contenente gli interventi che intende mettere in atto entro i prossimi 120 giorni.

Gli impianti

Contenti a metà Per un po’, dunque, i residenti potranno vivere tranquilli e, magari, concedersi anche il lusso di una passeggiata nel percorso accanto al fiume Tevere. Il comune, in realtà, aveva chiesto la revoca dell’autorizzazione ma la Regione ha risposto con una sospensione che dovrebbe entrare in vigore da qui a inizio novembre. Negli anni, alle diffide spesso non rispettate, si sono aggiunti i rilievi degli organi di controllo, Arpa e Noe dei carabinieri, evidenziando le irregolarità nella gestione e nel trattamento dei rifiuti e destando sempre più preoccupazione per i cittadini.

Il percorso verde

Vittoria Ad esultare per il provvedimento è il Movimento 5 stelle che, a Palazzo dei Priori, ha sempre portato avanti la battaglia contro le autorizzazioni date all’azienda. «Una delle questioni più rilevanti di cui dovrà occuparsi il comune di Perugia adesso – spiega Cristina Rosetti – è il parere di conformità urbanistica sui necessari adeguamenti alle migliori tecnologie senza i quali l’attività non potrà andare avanti. E, su questo fronte, che ha prodotto due procedimenti penali a carico di dirigenti del comune, la posizione del M5S è chiara e lo è sempre stata perché sono le carte a parlare chiaro: illegittimità delle autorizzazioni rilasciate, a partire dalla fine degli anni ’80, alla società AgriFlor, quindi, conseguente illegittimo insediamento della stessa nell’area di Villa Pitignano, in quanto area classificata dai piani regolatori, che si sono susseguiti, come terreno agricolo di pregio, caratterizzato da numerosi vincoli, che avrebbe dovuto portare ad escludere a priori un tale insediamento produttivo».

Salute dei cittadini Altrettanto chiare, secondo l’avvocato Rosetti, sarebbero le possibili ripercussioni sull’ambiente e sulla salute dei cittadini delle immissioni odorigene provenienti dall’impianto e che hanno portato ai plurimi esposti dei cittadini. «Dopo la nostra diffida, gli uffici si sono mossi, chiedendo l’intervento della Usl, di Arpa e della Regione; e, oggi, con il provvedimento di sospensione finalmente gli organi di controllo dimostrano di fare il loro dovere, dopo decenni di sostanziale inerzia». Ma la battaglia non si ferma qui, il Movimento 5 stelle è pronto a diffidare il comune qualora autorizzi qualsivoglia progetto. «Violerebbe il piano regolatore – conclude – l’area su cui sorge l’impianto è in gran parte area agricola di pregio quindi quell’impianto già dall’origine non doveva essere autorizzato».

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