«Euro 15 all inclusive» al posto del viso dell’ex

Terni, un 55enne emiliano è finito a giudizio per stalking. Ad accusarlo l’ex compagna, 41enne ternana. Telefonate e messaggi nel mirino

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Un imprenditore 55enne di origini emiliane è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Terni, gip Margherita Amodeo, per atti persecutori nei confronti dell’ex compagna, una 41enne ternana. La prima udienza del processo, di fronte al giudice monocratico, si terrà il prossimo 18 novembre. L’uomo, secondo quanto ricostruito dalla procura di Terni sulla base delle querele, poi integrate, sporte dalla donna, non si sarebbe mai rassegnato alla fine della relazione, andata avanti per sei anni e terminata nell’aprile del 2018. Passo a cui il 55enne avrebbe reagito dapprima licenziando l’ex compagna – che lavorava presso la sua impresa – e poi mettendo in atto tutta una serie di condotte persecutorie e denigratorie che avrebbero coinvolto anche il figlio di quest’ultima, minorenne all’epoca dei fatti.

La scritta

Fra i vari episodi finiti nelle denunce, ce n’è uno in cui l’imprenditore avrebbe messo come immagine del profilo Whatsapp, una foto che lo ritraeva con la ex, il cui volto sarebbe stato cancellato dalla scritta ‘euro 15 all inclusive’. Ma non si tratta ovviamente dell’unico elemento finito all’attenzione della polizia giudiziaria e quindi degli inquirenti. Dal turbolento licenziamento, infatti, si sarebbero susseguiti – a fasi alterne – centinaia di telefonate e messaggi per tentare di riallacciare una relazione ormai finita.

Stato d’ansia

Di fronte alle mancate risposte da parte della 41enne, l’uomo avrebbe poi iniziato a prendere di mira il figlio, la madre e l’ex marito della vittima. Il tutto con una serie di telefonate anche dal tono intimidatorio («vi vengo a trovare quando meno ve lo aspettate, so dove abitate»), messaggi ed e-mail alla stessa donna. Condotte andate avanti per diversi mesi – dalla primavera all’estate del 2018 – e accompagnate, da un certo punto in poi, dal costante invio di fotografie via Whatsapp. Immagini che, utilizzate anche come profilo e al di là di quella citata, ritraevano i due durante il periodo della relazione, quando le cose andavano decisamente meglio. In seguito a tutto ciò, sia la 41enne che il figlio avrebbero vissuto momenti di ansia tali da modificarne in parte gli stili di vita, oppressi e preoccupati dal continuo ‘bombardamento’. Ora il processo, in cui la donna sarà parte civile assistita dall’avvocato Lorenzo Filippetti e l’uomo imputato, difeso dal collega Leonardo Capri del foro di Terni.

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